August 2, 2021

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 3 min.

Io voglio essere quello lì. Quello a cui tu dici: “Mi piace pincopallo e vorrei conquistarlo” e che risponde con un romantico: “I recenti studi di marketing e comunicazione hanno portato alla luce l’importanza dell’analisi del target in seno alla creazione di una strategia che trasformi gli utenti in potenziali clienti. Taaaaac”. Cosa avete detto? Bisogna essere spontanei? AHAHAHAAHAHAHA. L’ho detto io? E quando avrei detto questa fesseria?! Ah. Giusto l’altra settimana parlando del film La Missy sbagliata. Si, va bene. Ma passato il giorno, passato il santo. Oggi è San TuttiInPosizione da New York, quindi…

… quindi parliamo di un film che inneggia alle gioie dell’accortezza strategica. O del badante dell’assistente personale in affari di cuore. Su le mani per il sempre principe di Bel-Air Will Smith, che interpreta un love coach dal fascino didattico e dalle regole vincenti in Hitch, lui sì che capisce le donne.

TRAMA CON SPOILER SPALMATI BASTARDAMENTE NEL MEZZO

Hitch svolge un lavoro umanitario. Sì sì. Se i famosi “casi umani” che molte tra noi incontrano nella selva oscura della singletudine, armate di balestra, nella stagione della caccia al fidanzato, si fossero rivolte a lui… beh, non sarebbero “casi umani”, ma “fidanzati felici”. Sì sì sì. Insomma, questo Dottor Rimorchio viene chiamato, tramite passaparola, da quei maschietti goffi e insicuri che non riescono a palesare i propri sentimenti alla donna che amano. Sono convinti di fallire, in alcuni casi non riescono nemmeno ad avvicinarsi alla persona di cui si innamorano, come il protagonista maschile Albert, tenero esemplare di commercialista dello studio che gestisce le finanze della ricchissima e famosa ereditiera Allegra Cole. Sembrerebbe un’impresa impossibile, ma per Hitch, che sì che capisce le donne, diventa un ben strutturato gioco da ragazzi: lui sussurra all’orecchio la cosa giusta nel momento giusto durante l’allineamento planetario giusto dopo aver reperito le giuste informazioni sul target di riferimento a cui Allegra appartiene. SHAZAM. Albert diventa un uomo con la U maiuscola e lui e Allegra iniziano a uscire, protetti dalle ali del mentore Hitch, che, nel frattempo, incontra una giornalista che lo stuzzica un filo. Si innamorano anche i Cupidi, eh? A volte lo fanno. La giornalista in questione, interpretata da Eva Mendez, si occupa della chiacchiera mondana per una sorta di giornale scandalistico newyorkese, per cui, quando il nuovo “amico” della famosa Allegra Cole entra nel suo mirino, cominciano i guai. Riusciranno in nostri eroi a fidanzarsi e mantenere la propria copertura (che Hitch finge di essere un consulente finanziario, eh, mica un sexy Cupido dalla pelle mulatta) con una giornalista impicciona in circolazione? E il “consulente finanziario” e la giornalista impicciona riusciranno a innamorarsi follemente l’uno dell’altra? Beh. Sì. Eddai. Commedia romantica, mica penserete che muoiano tutti per lo schianto di un meteorite o per un attacco ordito da Loki. Ma… a una certa, la migliore amica della giornalista, sentimentalmente truffata da un imbecille che scambia Hitch per il Dottor Unabottaevia, ci mette lo zampino. La situazione si complica. La gente litiga. Allo spettatore gli sale l’ansia. Mentre Hitch, le cui vicende sentimentali si legano inscindibilmente a quelle di Albert, si trova a rivalutare tutte le regole su cui aveva basato tutta la sua carriera.

FINE TRAMA CON SPOILER SPALMATI BASTARDAMENTE NEL MEZZO

Insomma. Se volete ridere, innamorarvi, ridere, farvi venire voglia di chiamare tutti i vostri ex fidanzati e poi farvi una risata, che era passato troppo tempo dall’ultima volta che avevate riso (due nanosecondi), guardatevelo. Magari con il vostro fidanzato o ata o marito o compagna, giusto nel caso in cui voleste farvi un’ulteriore risata ricordando i bei tempi del rimorchio che fu. Noi ce lo guardiamo soprattutto perché non c’è l’ombra di un’inciampona, ma nemmeno un accenno, e persino la migliore amica della giornalista protagonista, che si aggiudica la parte della donna turlupinata dall’ennesimo minchione (si sente un odorino di ruolo codificato, ma non abbiamo bisogno di cambiare aria), soffre con stile, limitandosi a chiedere: cosa ti ho fatto di male per essere trattata in questo modo? Molto brava a condurci alla morale del “la sofferenza silenziosa esiste, smettete di rigare le macchine e provatela”. Vogliamo passare alle due donne con le gonne, ma con sotto gli attributi? Io dico più Allegre e meno Anastasie, nel mondo, anche se il plurale al nome proprio non va! SONO UNA RIBELLE! Se mi gira, visto che c’ho gli attributi anche io, scrivo un Allegra è meglio di un Anastasia E NON METTO L’APOSTROFO ANCHE SE SONO FEMMINILI!!! Bene, grazie, mi sono molto sfogata.

Dicevamo, da un lato abbiamo Allegra, l’ereditiera che non deve chiedere mai, con sfumature di comprensione e dolcezza che le permettono di uscire con quel “sottoposto” (o Cenerentolo, uha uha) del suo commercialista senza fare una piega, e che ci piace come un bicchiere di limonata col gin in una torrida giornata estiva. Dall’altro lato abbiamo invece la giornalista mondana Sara, che “troverebbe il marcio anche sotto l’albero di Natale”, la figura femminile iscritta alla categoria “donna forte che non inciampa mai”, il cui fascicolo pieno di NO, GRAZIE si trova accanto a quello della “donna inciampona e smarrita”. Cosa caratterizza la DFCNIM? Lavora in modo brillante e beve come un camionista, soprattutto, l’amore non le interessa, perché non le interessano le cose che non esistono. I fili che collegano le tre donne della storia agli altrettanti personaggi maschili finiscono per ingarbugliarsi attorno a un dubbio disarmante: davvero esistono delle regole in amore? Lo studio del target di riferimento basta a trasformare l’utente in un cliente fidanzato/a? Eh. Ma boh. Non posso spoilerare fino a questo punto. Quindi faccio la gnorri.

Ma posso sicuramente lamentarmi del filo che lega la DFCNIM a Hitch, perché, dopo un approccio da APPLAUSI, che se uno ti approccia in quel modo devi per forza dargli 12 eredi maschi, a una certa inizia a sgroppare come il peggiore dei suoi clienti, conducendoti a una risoluzione finale che ti fa credere che, a causa di una possessione demoniaca del tuo televisore, sia arrivato Pieraccioni in motorino in mezzo all’aia. Poi si riprende, eh, ma che momenti di agonia. Quelli che invece ti regalano le soddisfazioni vere sono Albert e Allegra: non goffi, ma veri, dolcemente spaventati all’idea di doversi aprire a un amore che, nel caso di lui, campeggia sulle pagine di tutti i rotocalchi della zona, e nel caso di lei, giunge subito dopo la fine di un amore causa tradimento. Ti viene voglia di prenderli a pizzicotti sulle guanciotte.

Ma noi abbiamo altro da fare che rimboccare coperte! Per esempio prendere appunti sui metodi scientifici usati dal coach dell’ammore, che, nonostante si trovi invischiato in dubbi amletici sull’effettiva efficacia delle sue regole, ci regala uno spunto riciclabile da imprimere con un tatuaggio su una zona del nostro corpo a piacere.

Unico spunto riciclabile: la verità sta nel mezzo. Io scopro l’acqua calda e ve la dono, ma voi non sentitevi assolutamente in obbligo di inviarmi delle torte fatte in casa (trovate il mio indirizzo nella home del blog). Recarsi a un primo appuntamento con un cipiglio sinceramente interessato significa essere genuini, non farsi leggere come un libro aperto, e avere un’infarinatura della persona che si vuole approcciare, non avere in borsa la stampa di tutte le informazioni ottenute dai suoi social grazie a parenti nella polizia postale. Nel mezzo. Tra una cosa e l’altra, tra l’onesta apertura al prossimo e la regola da psicologia di base. Sarebbe cosa buona e giusta evitare di far sapere all’uomo o alla donna che vi piacerebbe conoscere che soffrite di iperidrosi e usate degli assorbenti sotto le ascelle o che dormite con una spada laser sotto il cuscino per sentirvi al sicuro. Magari quello glielo spiegate dopo averle/gli fatto capire che siete persone meritevoli di amore. Così come invitarla/o allo spiedo annuale dei vostri parenti macellai quando sapete che sta passando dall’essere vegetariana/o all’essere vegana/o. Per dire, eh.

Giulia

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