October 17, 2022

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 2 min.

Negli anni 60 e 70 del Novecento, quando il movimento femminista ha raggiunto l’apice, il nemico era chiaro: una società patriarcale che aveva relegato da secoli la donna a modello di brava moglie e madre. Che cosa ne è di quelle rivendicazioni dopo 50 anni? Donna, lavora pure, ma ricordati che hai sempre una famiglia! Il problema è che un pensiero simile ai maschi fa molto comodo, ma sono le donne che si fanno paladine di questo. Nei nostri discorsi, la medaglia va a chi è un’ottima impiegata, che contemporaneamente si prende cura dei figli dedicando loro tempo di qualità e di quantità, in una casa che profuma di pulito, con la spesa a km 0 che comporta non l’acquisto in supermercato, ma giri nei vari produttori locali e allo stesso tempo è pronta per una sera al cinema con le amiche o con i propri compagni, solo dopo aver provveduto a cercare chi si occupi della prole. Vi ci trovate? Io no! O meglio, è ciò a cui aspiro da sempre, però.

La mia psicologa una volta mi ha diagnosticato la sindrome della brava bambina, quella che riesce in tutto, obbediente alle regole che si è autoimposta. Con il risultato però di un perenne senso di inadeguatezza, poiché è impossibile eccellere in tutto. E allora, leggiamo Non farcela come stile di vita, una guida per diversamente performanti. Un invito ad abbassare l’asticella, invece che continuare ad alzarla per dimostrare che noi ce la possiamo fare. Francesca Fiore e Sara Malnerich hanno scritto questa guida dopo alcuni anni di scrittura in un blog molto istruttivo chiamato Mammedimerda, facendo del merdismo uno stile di vita. E non è menefreghismo, attenzione! Ma è la consapevolezza che siamo umane e che non dobbiamo dimostrare niente a nessuno: attraverso esperienze autobiografiche nelle quali chiunque si può facilmente riconoscere, le due autrici sdoganano alcuni momenti della vita delle donne che sono sempre stati raccontati in modo aulico, mentre così non è, come ad esempio il parto e l’inadeguatezza dei primi mesi da madre.

Viene giustamente demolito il termine MULTITASKING che è stato applicato a noi donne come la capacità di compiere più attività contemporaneamente, alzando quindi sempre di più l’asticella del modello a cui arrivare per cui se mentre lavoro, contemporaneamente cucino, gioco con i figli e mentre lo faccio penso anche alla lista della spesa sono una grande donna. Altrimenti no.

Il problema che per noi poi quello diventa il modello a cui aderire al prezzo salato poi di non riconoscerci più. Anche la storia, la narrativa nel tentativo giustissimo di riabilitare tantissime donne, escluse da secoli di maschilismo culturale, ha proposto un modello di donne che ce l’hanno fatta. Mentre la maggior parte di noi sono donne che stanno cercando un ruolo in questa società, ancora profondamente maschilista. E continuare a lottare per sovvertire questo ordine è nostro diritto e dovere, ma senza snaturarci per questo, riconoscendoci e riconoscendo noi nell’altra.

Cindy

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