February 16, 2022

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 3 min.

La mia rubrica oggi segue a ruota il San Valentino, protettore degli innamorati, e San Faustino, assunto a guardia dei single, quindi a me il delicato compito di offrirvi una storia che vocalizzi le lodi dell’amore e che poi, a ben vedere, piazzi delle sapienti steccate di riflessione su quanto si stava bene quando si avevano le chiappe ben ancorate al nido materno. Guardate che l’ho trovato, tale libro schizofrenico. E dovete sapere che persino la sua scrittrice, la sempiterna regina del giallo Agatha Christie, lo definisce uno dei miei migliori romanzi. La frase terminava con di viaggio all’estero, ma in guerra e in amore amputare le frasi tutto è concesso.

Signore mie, sono lieta di parlarvi di Poirot sul Nilo, uno dei casi del mio investigatore preferito, il baffuto e panciuto belga Hercule Poirot, recentemente nel mirino dell’attore e regista Kenneth Branagh, che l’ha appena trasposto e portato di peso sugli schermi cinematografici (Mmm. Maria? Per me, è NO).

TRAMA PIRAMIDALE

Ci sono due vecchie amiche, di quelle ben assortite per la legge complementare: una è affascinante, mora, impulsiva e povera in canna, Jackie de Bellefort, l’altra è bella, bionda, riflessiva e ricca sfondata, Linnet Ridgeway. Jacky si è innamorata. Morirebbe, se non riuscisse a sposare il suo semplice-al-limite-del-naïf fidanzato Simon Doyle. Quindi chiede alla ricchissima amica di offrire un lavoro a Simon come responsabile della sua nuova tenuta a Malton-under-Wode. Linnet accetta, provando anche una specie di gelosia nei confronti dell’amica il cui amore sembra allargarle il petto, lei che invece, promessa sposa a Charles Windlesham, prova a malapena l’affetto che si potrebbe provare per un cagnolino (di quelli a cui non riesci a insegnare a non triturarti le pantofole). E allora la ricca e riflessiva Linnet, non si sa esattamente come (Agatha salta elegantemente a matrimonio fatto) si accaparra il bel fidanzato dell’amica e parte per una romantica luna di miele sul Nilo. Una luna di miele di quelle corali, dove, al fianco degli sposi, ci sono altre persone di fiducia come la cameriera personale di Linnet, il suo avvocato americano e quello inglese, il suo ex fidanzato e una serie di vacanzieri che la scrittrice ci presenta poco prima di imbarcarci sul battello Karnak, tra cui il mitico Hercule Poirot, che invece non ha bisogno di presentazioni. A sorpresa, all’allegra comitiva si aggiunge anche la fidanzata abbandonata Jackie, che segue la coppia come il fantasma dell’amore passato. Chi muore, in quest’avventura? Starei su un vago “dai 3 ai 5”.

FINE TRAMA PIRAMIDALE

Sotto con le critiche distruttive, signore mie. L’amica che sembra avere tutto dalla vita decide di “prendersi” qualcosa che, a quanto pare, non le appartiene, ovvero il cuore di Simon. Allora qualcun altro prende la vita a lei. Giusto? Sbagliato? Si tratta di una sorta di transazione? Buffo come si finisca sempre per associare alla ricchezza una solitudine estrema. Ma il genio della scrittrice si palesa proprio nel momento in cui non si prende la briga di giudicare i suoi personaggi con svolazzi letterari, e nemmeno spinge te lettrice a farlo, descrive semplicemente il mondo che la circonda, fatto di persone che speculano sulle ricchezze altrui e sul fascino che i soldi possono esercitare nei confronti di chi non li possiede.

Avevo iniziato sostenendo che in guerra e in amore soldati e amanti possono osare tutto pur di ottenere una vittoria, e la scrittrice lo sa bene quando dipinge i tre protagonisti, cardine di un intreccio di sconvolgente naturalezza: i loro cuori palpitano e scalpitano, lasciandoti a dondolare tra i due territori nemici, col piede sollevato, quasi dimenticandoti che Simon, comunque, ha fatto la sua scelta. Tu decidi di fare la Svizzera della situazione e vai avanti a leggere, che inizia la carambola di morti ammazzati e devi capire cosa sta succedendo dentro le righe. Non tra, ma dentro le righe, una parola esplicativa dopo l’altra dove non c’è spazio per le metafore, ma solo per fatti, contesto e moventi.

A proposito di moventi. Si scopre, beh, che tutti i casuali compagni di viaggio della coppia sono in qualche modo legati alla ricca Linnet, tanto da farci pensare che, alla fin fine, paradossalmente la meno pericolosa a bordo sia proprio l’amante tradita Jackie. Per una botta di culo paragonabile solo alle puntate della signora in giallo Angela Lansbury (che, toh! nella prima adorabile trasposizione cinematografica interpretava la scrittrice alcolizzata Otterbourne) sul Nilo si trovano anche il miglior detective del mondo e un suo vecchio amico, il colonnello Race, costretti a lavorare per risolvere il caso. E nel meraviglioso finale…

Linnet aggrottò la fronte. Joanna rise.
«E dai, ammettilo. Tu sei una tiranna, una tiranna caritatevole, se preferisci»
«Non sono una tiranna neanche un po’»
«Ma ti piace sempre fare come vuoi tu»
«Non particolarmente»
«Linnet Ridgeway, puoi guardarmi negli occhi e dirmi anche solo una volta in cui non sei riuscita a fare esattamente quello come ti pareva?»

Giulia

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