April 14, 2023

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 3 min.

Oggi vi confesso che ho letto senza recensire i primi due libri della scrittrice di cui sto per parlarvi oggi, in occasione della recente uscita del terzo libro (poi mi confesso anche per la frase contorta, pare quasi unghia su lavagna) e quindi inizio ricordandovi subito quanto sono rimbambita. Faccio in tempo a dirvi che sono stupendi? E a fare il solito giuoco del “Me la tiro”? Quello in cui vi informo distrattamente che io la conosco, ho il suo numero di telefono e che… no, non l’ho vista in pigiama. Non posso avere tutto dalla vita, santo cielo.

Parliamo di Ranuncoli tra i capelli di Juls Way, un romance storico, precisamente vittoriano (non si vive di solo regency, sappiatelo) che parla di donne con gli attributi i fiori, edito per WordsEdizioni e uscito in anteprima al FRI 2023.

Chi conosce i romanzi di Juls Way sa bene che il perno attorno a cui ruotano le sue narrazioni sono la ricerca dell’indipendenza e il coraggio delle protagoniste femminili (sappiate anche che se vi sento dire “ribelli”, vi mando i Ghostbuster a casa. Anzi, gli esorcisti) che, allora come adesso, devono sudare sette sottane per ritagliare il giusto posto nel commovente mondo patriarcale. Femminismo? A me pare innanzitutto buonsenso. Diritto inalienabile, toh. Ma veniamo alla trama: il marito di Clara Williams, Benjamin Anville, proprietario di un cotonificio in cui lei apporta migliorie sorprendenti (tipo l’asilo) muore in seguito a una demenza, che gli aveva procurato momenti in cui era incapace di intendere, volere, lavorare. Vuoti riempiti con intraprendenza e totale segretezza dalla moglie. Che, una volta vedova (siamo a pagina due, tranquille), lascia Manchester per tornare nella sua terra d’origine, Nightingale. Qui ritrova zii e cugine, ma soprattutto Eric Turner, un gentiluomo che conosce dall’infanzia e a cui chiede di ricoprire il ruolo di amministratore di quelle terre, per aiutarla a risollevarne le sorti. Di chi sono, le terre? Degli zii Williams e in parte sue, lasciate dai genitori, che sono morti. Non abbattetevi, dai, la situazione volge al meglio, se non fosse che il figliastro Anthony, e l’ex socio del marito, mr. Moore… cambiamo discorso, vi va? Insomma, Clara non esita a rimboccarsi le mani e interessarsi ai suoi affari, apportare idee, migliorare la condizione di vita di chi lavora la terra, esattamente come aveva fatto al cotonificio. L’apocalisse.

Ora, voi forse non lo sapete, ma la donna d’epoca vittoriana che si rispetti, una volta vedova, deve avere continui mancamenti, prendere aria per riprendersi, vestirsi a lutto per un’era geologica e lasciare che ogni cosa che sia annoverata nella pratica di “amministrazione della qualunque” passi nelle solide e possenti mani maschie dei parenti prossimi. Perché la mano maschia po’ esse piuma e po’ esse parente prossimo, marito, amministratore, lavoratore, padrone, pure una versione ottima di tutte queste cose, non sto a sindacare, ma sicuramente incapace di ammettere, per etichetta o stoltezza, che la mano femminile sia altrettanto salda e efficiente. Peraltro qui la prima mano maschia che incontriamo si ammala (al punto da svuotarlo da ogni caratterstica maschile o femminile) e muore, costringendo la narrazione a mettere subito le carte in tavola: Clara resta sola, torna in campagna, ritrova parenti affidabili e un alleato di rara dolcezza, il che fa di LEI una protagonista indiscussa. Come mai, quindi, le costa tanto sforzo vincere la partita? Che sia proprio la mancanza di un uomo a rendere la presenza maschile pesante, ingombrante, giudicante, soffocante, una sorta di negativo che giustifica l’abuso di etichetta e di altre cose che non posso dirvi, per non spoilerare? Aggiungo solo che c’avevo un diavolo per capello, altro che ranuncoli. Cosa che mi spinge a sottolineare quanto l’autrice sia brava a prenderci per i capelli mano e portarci dentro la storia.

La narrazione in terza persona scorre in linea retta nel presente della rinascita a Nightingale, ma ammicca al passato attraverso i pensieri nostalgici di Clara e i flashback della sua vita da sposata a Manchester, centellinando situazioni, seminando suspance, facendoti leggere in 2x.

Clara scosse la testa e fece per seguirlo. Arrivando sotto le mura del vecchio mulino, l’odore dell’umidità e della muffa le penetrò nelle narici, facendola starnutire. Turner non sembrò farci caso mentre dapprima esaminava i mattoni e poi cercava di aprire la porta sprangata.
«Deduco che il vecchio Hall non vi abbia fatto visitare l’interno» commentò, vedendolo armeggiare con le assi di legno.
«Vi ho mai detto che siete una persona davvero malfidata?»
«Non vi siete mai permesso, dato che siete sul mio libro paga.»

Giulia

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