October 31, 2022

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 1 min. e mezzo

Dicevano l’altro giorno i miei alunni, durante il book talk mensile: “Profe, quando senti parlare di un libro ti viene più voglia di leggerlo!” (la consegna era di parlare per tre minuti del libro letto, cercando di convincere i compagni a leggerlo o meno, a seconda del gradimento del libro stesso). Ed è vero! E lo è ancora di più quando a parlarti del suo libro è un autore che già apprezzi ed ammiri, come è stato il caso di Matteo Saudino, ospite giovedì scorso all’auditorium del mio paese. Ho conosciuto Matteo Saudino durante il lockdown, quando il bisogno di scandire la giornata in modo piacevole mi aveva portato ad esplorare il mondo di YouTube e ad imbattermi in Barbasophia, il canale di questo barbuto insegnante di filosofia di Torino.

Ho letto il suo bellissimo Ribellarsi con filosofia, ma giovedì ho sentito parlare di Scuolitudine e con un titolo simile, non potevo resiste all’acquisto. Si tratta di un piccolo libro, nel quale sono contenute delle lettere scritte agli alunni archetipizzati durante il lockdown. Le lettere portano alla luce una scuola fatta di rinascita e resistenza, che riesca a rompere il velo di quella scuolitudine, o solitudine a scuola, che tutto avvolge. E così troviamo Luca, Ginevra, Younes, Ilaria, Alessandro, Francesco e Adiba e attraverso le loro storie di sofferenza, di dolore, di rinascita ritroviamo il senso di inquietudine e di meraviglia che sono rimasti sopiti, ma che necessitano di essere posti al culmine della relazione con i giovani. Queste lettere sono una danza liberatoria per comunicare al mondo che la scuola non serve a preparare i ragazzi e le ragazze per il mondo del lavoro (..) ma per insegnare agli studenti a guardare negli occhi le inquietudini e le bellezze del vivere e a dipingere meravigliosi orizzonti verso cui indirizzare l’esistenza.

Cindy

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