December 12, 2022

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 3 min.

La settimana scorsa sono andata al cinema a vedere il film La stranezza di Roberto Andò, un dono di gratitudine alla creazione teatrale in tutte le sue forme  lo definisce Mymovies.it. Il film è un omaggio a Luigi Pirandello, interpretato magistralmente da Toni Servillo. Il tentativo (riuscito secondo me) è stato quello di rendere visibile il processo creativo che sta dietro ogni opera teatrale. Menzione d’onore anche per gli attori Ficarra e Picone, che conoscevo come comici di Zelig e ne La stranezza ho conosciuto come bravi attori.

Ma veniamo a noi. Abbassato il sipario del Teatro Valle della Roma 1921, ultima scena del film, spente le luci del cinema di Ome, dove mi trovavo nella realtà, mi è preso il desiderio di rileggere Sei personaggi in cerca d’autore, cosa che ho fatto in questi giorni e spero davvero che facciate anche voi. E ‘un’opera che mi è sembrata attualissima, quasi che Pirandello l’avesse scritta nel 2021 e non nel 1921! Se pensiamo al tema attuale della narrazione della realtà fatta dai social, dagli influencers che mostrano una vita meravigliosa, ma anche del giornalismo contemporaneo volto più a narrare che a raccontare, ecco che Sei personaggi diventa attualissimo. L’opera si apre su una scena teatrale dove una compagnia di attori sta provando Il giuoco delle parti (commedia di Pirandello del 1918). Irrompono sulla scena i membri di una famiglia, il Padre, la Madre, la Figliastra, il Figlio, il Giovinetto, la Bambina che sono personaggi rifiutati dall’autore che li ha concepiti e chiedono pertanto al capocomico di mettere in scena il dramma che hanno vissuto, la loro vita vera che nessun autore ha trasposto in opera teatrale.

Da questo momento, si apre la vicenda fatta di intrecci continui tra vita reale e vita teatrale, con il finale straziante che porta ad una sospensione che non è conclusione, ma lascia l’opera aperta. È l’eterno conflitto tra autenticità e finzione, laddove il tentativo di portare in scena la realtà degenera naturalmente in recitazione e quindi in finzione. Alla finzione del teatro, i personaggi oppongono la loro volontà di vivere la loro vita autentica e disperata fatta di colpe da cui è impossibile sottrarsi. Ma ogni tentativo di rappresentare questa realtà sulle scene fallisce, suggerendo quindi l’idea che la realtà stessa sia illusione. Del resto il tema della maschera è un tema caro a Pirandello: ognuno di noi si presenta agli altri in un modo che non è mai quello reale è sempre una maschera: io ogni giorno “recito” la parte della Madre, della Moglie, dell’Insegnante, della Figlia, dell’Amica, della Cugina, della Sorella, della Zia che sono personaggi che mi appartengono, ma nello stesso tempo non coincidono mai esattamente con ciò che sento e che sono. Allo stesso modo, gli altri si rapportano a noi, indossando altre maschere e intessendo con noi relazioni che sono relazioni tra maschere che agiscono sul palcoscenico della vita. Pirandello non trova soluzioni: la vita autentica e pura non può affermarsi mai. Anzi forse paradossalmente si afferma proprio a teatro, dove i personaggi agiscono in modo indipendente dalla volontà dell’autore, immettendo vita autentica tra le parti del copione scritto.

Nota per Sei personaggi in cerca d’autore

Ulisse, Don Chisciotte, Amleto, lo Zio Tom ecc. furono tutti personaggi creati dalla fantasia di autori geniali. Questi personaggi sono più vivi delle persone reali, ma il modo in cui questi personaggi vennero in mente all’autore resta un mistero.

Luigi Pirandello

Cindy

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