April 8, 2022

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 1 min.

Questa settimana la vostra Marysun indaga tra le pieghe del vestito, no, volevo dire dell’animo di Lady D., protagonista dell’ultimo film di Pablo Larraìn. Per chi non lo sapesse, già qualche anno fa questo regista cileno ci aveva regalato un altro algido ritratto di una donna di grande fama presa in un momento cruciale della sua esistenza: Jackie.

Adesso invece il filmaker punta tutto sulla principessa del popolo, i cui struggimenti vengono ben rappresentati da una Kristen Stewart biondo platino che ha smesso definitivamente i panni dell’impacciata Bella di Twilight per indossare quelli della più regale consorte del futuro monarca inglese. I tempi però non sono rosei per la principessa del Galles, che deve trascorrere il Natale del 1991 nella fredda residenza di Sandringham, dove tutti hanno orecchie molto lunghe. Diana è prossima al crollo, ingabbiata dalle rigide tradizioni e dal giudizio dei Windsor e tenta per tutta la pellicola di ribellarsi come può, facendo diventar matti (mi metto nei loro panni) i vari aiutanti, dalla costumista al cuoco, passando per l’amministratore della casa (Timothy Spall). E così i lussuosi interni della residenza diventano corridoi oppressivi e le stanze prigioni che manco nella DDR.

Al centro di tutto poi c’è lei, lady Diana Spencer, che lotta con tutte le sue forze per non farsi stritolare dagli ingranaggi che siano quelli di un matrimonio che non funziona più o di una famiglia che non l’ha mai veramente accettata per ciò che è. E così tutti i suoi “capricci”, tra cui quello di tornare alla casa natale che è stata chiusa e recintata dal filo spinato, trovano un perché nel finale liberatorio in cui finalmente la protagonista si riappropria della propria identità. Urrà quindi per Lady Diana Spencer.

Marysun

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