June 21, 2023

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 4 min.

Per scrivere un mio breve pensiero sul film di questa settimana dovrei fare un’introduzione tutta dedicata allo stile, alla tecnica di animazione e al modo in cui ormai dovremmo cominciare a considerare i lungometraggi animati, perché l’opera di cui ho deciso di parlare ha qualcosa di speciale, trasuda passione da ogni singolo fotogramma e persino un profano potrebbe notarlo, ma devo frenare l’entusiasmo e cominciare dall’inizio, quindi mettetevi le cuffie, fate partire su Spotify il brano All The Way Live, spoilerandovi solo una delle canzoni della colonna sonora, quindi concedetemi 4 minuti, giusto la durata del brano, e leggete il mio punto di vista su Spider-Man: Across the Spider-Verse.

Innanzitutto, prima di addentrarmi davvero su quello che vorrei approfondire, vi descrivo la trama.
Il film parte da dove era finito il primo Spider-Man: into the Spider-Verse (sì, è un seguito ed anche il secondo capitolo di quella che sarà una trilogia) abbiamo di nuovo come protagonista Miles Morales che, cresciuto e ormai studente del college, si trova a doversi confrontare con la responsabilità di essere un supereroe ma, dopo aver rivisto Gwen Stacy, la SpiderGwen di Brooklyn, scopre grazie a quest’ultima l’esistenza di una squadra speciale composta da tutti gli Spiderman che operano da una base speciale presente nel Multiverso. Inoltre c’è una nuova minaccia, chiamata “La macchia” che costringerà Miles, Gwen e gli altri eroi a scontrarsi per prendere la decisione migliore ed evitare il collasso dei multiversi. In realtà in questo secondo capitolo verrà approfondito il personaggio di SpiderGwen e il rapporto con suo padre, verremo a conoscenza del nuovo Spider-Man 2099 (tranquilli, nessuno spoiler, lo potete vedere nel trailer) ma, cosa più importante, la trama “fumettistica” è un bellissimo specchio che nasconde ben altri argomenti, tra cui la crescita, il confronto con i propri genitori durante l’età adolescenziale, l’esclusione e l’accettazione del singolo da parte del gruppo e molto altro che sarebbe limitante definire semplicemente “profondo”.

Il trio di registi Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson si sono presi l’onere di dirigere anche questo secondo capitolo e più volte durante le interviste hanno ammesso che avrebbero superato tecnicamente il primo film, uscito ormai 5 anni fa e, probabilmente, si sono messi al lavoro subito dopo i titoli di coda perché, aldilà di trama, argomenti e personaggi, è inevitabile spendere un minuto sulla tecnica utilizzata per questo film. La pellicola, in 2 ore e 20minuti, ci delizia con diversi stili tra cui l’acquerello, il retino, la grafica 3d, la stop motion, l’inserimento di scene con attori reali, ritagli di giornale, e ognuna caratterizza un mondo, tanto che ad un certo punto si ha la sensazione di vedere film diversi, ma questo non risulta un difetto, ma un gigantesco e divertente giocattolo per gli occhi.

Sapete una cosa? Lo hanno già affermato in tanti, e voglio unirmi a questi ultimi nell’affermare che Spider-Man: Across the Spider-Verse è forse il miglior film su questo supereroe perché meglio esprime l’essenza del concetto stesso di Spider-Man e di “individuo con superpoteri” in quanto tale, con i suoi pregi, ma soprattutto, i suoi difetti, come a voler dire a tutti noi: “Cosa credi, che sia facile vivere due vite?” e come sempre ci troviamo a scrutare solo la punta dell’iceberg, e questo “cartone animato” (siamo sicuri di poterlo ancora definire così?) ce lo spiega molto bene.

Miles Morales in questo film deve lottare non solo contro un nuovo antagonista, ma anche e soprattutto contro il sistema di gruppo degli altri Spider-eroi che non vogliono accettarlo, espandendo il senso di solitudine del ragazzo che, nel frattempo, fa fatica a portare avanti la sua vita “ordinaria” e a gestire i suoi sentimenti, ormai non così segreti, per Spider-Gwen. Il risultato di questo susseguirsi di lotte sono diverse storie ognuna interessante da seguire: la vicenda di Miles Morales, quella di Gwen Stacy e il suo rapporto con il padre che considera Spider-Gwen un pericolo per la società, il dramma di Miguel O’Hara, ossia Spider-Man 2099 e i motivi della sua ossessione per l’ordine del Multiverso, e poi c’è “La macchia”, un antagonista che matura da macchia comica a personaggio inquietante, seppur spinto da una causa che vi sembrerà più che giustificata.

Spider-Man: Across the Spider-Verse non definisce uno stile, ma dà alla luce un nuovo modo di vedere le cose, un modo che mi piace tantissimo, che non si chiude in uno stile unico, accettando con rispetto le regole di contaminazione che contraddistinguono la nostra epoca, mischiando, anche a rischio di saturarci visivamente, così, seduti sulla vostra poltrona, al buio, avrete la bellissima sensazione di una “prima volta”, di aver pagato il biglietto per qualcosa di nuovo, per vedere, finalmente, un Multiverso sensato, in cui questa volta è lo stesso Miles a gettarsi (mentre nel primo episodio avveniva il contrario).

I minuti stanno per finire, le ultime note del brano si avvicinano così voglio invitarvi ad andare al cinema perché questo film DEVE ESSERE VISTO AL CINEMA: merita una visione adeguata visto il lavoro che ha richiesto, un lavoro di 5 anni visivamente appagante, montato in modo tale da non dare tregua, anche durante le scene di stallo proponendo colori e forme psichedeliche che simulano che enormi pagine a fumetti senza snobbare coloro che non ne hanno letto nemmeno una, accontentando tutti, spingendoci al limite pur di scovare ognuno dei 240 Spiderman inseriti, il tutto accompagnato (come accadeva nel primo) da una colonna sonora che, da subito, dai primi secondi, è capace di creare l’atmosfera giusta, facendovi pensare: “Domani mi sdraio anche io sul mio letto e mi ascolto questa canzone”, quindi vi evito di fare ricerche o di schiavizzare il vostro Shazam e vi condivido qui le due playlist del film:

Qui trovate la playlist con i brani cantati e qui la versione strumentale realizzata da Daniel Permberton (l’intro con cui parte il film è una delle migliori introduzioni audiovisive che abbia mai vito in un film della Marvel).

Concludo con una piccola curiosità, questo è il film d’animazione americano dedicato ad un supereroe più lungo mai realizzato e, vi farà piacere sapere che il terzo capitolo uscirà nel 2024.
Buona visione, amichevoli Spider-Lettori di quartiere!

Il voto dello spettatore Mister Bufo (Alfonso): 9 su 10

Alfonso Mr Bufo

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