December 3, 2021

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 1 min.

I fan di Zerocalcare gioiscono per l’arrivo della serie tv animata targata Netflix: Strappare lungo i bordi, la prima del famoso fumettista romano. Non c’è che dire, l’accoglienza è stata più che entusiasta per questa serie in cui Michele Rech è bravissimo a mischiare humor, leggerezza, momenti più profondi, citazioni pop e tutto quello che serve per fare di questo prodotto, composto da 6 episodi da 20 minuti ciascuno, qualcosa di imprescindibile.

Certo è che il nostro strizza prepotentemente l’occhio a quelle generazioni nati tra gli anni Ottanta e Novanta che proprio non riesce a strappare lungo i bordi. Attraverso la storia di Zero, Secco e Sarah, l’abile fumettista racconta la vicenda di un’intera generazione che non è riuscita a raggiungere obiettivi socialmente accettabili e che, in qualche modo, sembra aver fallito ancora prima di riuscire a mettersi in gioco.

La serie animata porta il suo stile in tutto e per tutto, a partire dal suo romanesco utilizzato per doppiare i personaggi, tutti salvo l’Armadillo, che invece viene doppiato dal sempre bravissimo Valerio Mastandrea (oh, io coi dialetti non ci azzecco una fava, ma questo riesco a seguirlo senza bisogno dei sottotitoli di cui necessiterei nella vita reale). Per quanto riguarda l’animazione questa è ottima e molto curata per cui Strappare lungo i bordi è davvero una serie intrigante da seguire e poi, come dice anche l’autore stesso, in un’ora e mezza la finite tutta. Non spaventatevi se all’inizio siete un po’ spiazzati, vedrete che il senso di tutta la storia emergerà correttamente alla fine.

Marysun

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