April 24, 2023

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 3 min.

Siamo arrivati alla quarta e ultima stagione finale di una delle serie tv più belle che si siano viste: Succession, che spara i suoi ultimi colpi… e che colpi!!! Dopo averci tenuto avvinti in questi anni in un gioco di intrighi per il potere in una delle famiglie decisamente più scombinate del piccolo schermo, la serie firmata da Jesse Armstrong si avvia alla fine, continuando a tenere alta l’asticella della sua altissima qualità, che l’ha portata a vincere anche diversi premi importanti come Emmy e Golden Globe. Per chi non l’avesse mai vista o sentita nominare, Succession ha come protagonista la famiglia Roy, il patriarca Logan magnate delle comunicazioni e proprietario di un conglomerato di media e intrattenimento (una specie di Ruper Murdoch, per intenderci) e i suoi quattro figli: Connor, Kendall, Shiv e Roman, di cui gli ultimi tre sono coinvolti nell’azienda paterna e sperano, un giorno, di ereditarla. Succession, per l’appunto.

Peccato che per farlo questo si trasformi in una lotta fratricida a colpi di tradimenti, ribellioni ecc.. e in un epico duello senza esclusione di colpi anche tra il padre e i figli. Il vecchio ma mefistofelico (e vi assicuro che lo è al 100%) Logan Roy infatti non ha nessuna intenzione di rinunciare a grammo del suo potere, dei suoi soldi ecc.. e con il suo ascendente, mette i bastoni tra le ruote ai suoi figli. Ci sono diversi modi di vedere la serie, qualcuno ne parla come di un Re Lear aggiornato ai nostri tempi, con tutta la sua bella componente di dramma shakespeariano, chi lo definisce nientemeno che una brillante satira, chi una commedia. Io lo definirei più dramedy, perché il dramma si alterna alla commedia in tutta una serie di battute brillanti e momenti di profondo scoramento umano.

Prendiamo per esempio il protagonista Kendall, il maggiore dei figli avuti dal secondo matrimonio di Logan. Kendall è il più battagliero tra i figli del magnate e anche quello che si prende anche le delusioni più forti. Cerca più volte di detronizzare il padre, fallendo e pagando a caro prezzo le conseguenze di queste vicende, tanto che io ho visto “l’incidente” col materassino verso la fine della terza stagione come logica conseguenza di qualcosa che sarebbe dovuto accadere molto prima. A parte l’inetto Connor, gli altri due però sono avversari infidi. La figlia Shiv, decisamente sprezzante, ha sposato un uomo che non ama e che mette costantemente alla prova finché… eh no, mi chiudo la bocca perché se non l’avete ancora vista, rischiate lo spoiler, e comunque pure lei è avvezza a mentire, tramare, ecc… poi c’è Roman, che è il più controverso ma anche simpatico (dipende dal vostro senso dell’umorismo) a suo modo. Roman apparentemente si beffa di tutto e tutti con le sue battutine pungenti, ma chissà che in quello che dice non ci sia un fondo di verità.

Se vi state chiedendo perché tutti questi sembrino esseri umani un tantino spregevoli, la risposta è che, sì lo sono, ma che tutto ciò che sono è definito dal rapporto col padre, la loro bestia nera, l’origine di tutti i mali, tutto o molto di quello che un padre non dovrebbe essere. O almeno non un essere che mette di proposito i figli l’uno contro l’altro fin dall’infanzia, eccede col gaslighting e continua a manipolarli anche da adulti. Facciamo una seduta spiritica e richiamiamo Freud, che magari una seduta di psicoterapia famigliare di gruppo gli/ci fa bene. A tutto questo Succession aggiunge altre cose che la rendono unica e di un certo spessore: attori formidabili, tra cui Brian Cox (Logan), Jeremy Strong (Kendall) e dategli tutti i premi del mondo, Kieran Culkin (Roman), l’altrettanto bravissima Sarah Snook (Sniv), per intenderci a questi gli basta uno sguardo per dire tutto, per trasmettere il sottotesto. Poi ci sono la regia, la colonna sonora e la sceneggiatura. Considerate che tutti questi aspetti sono curati nei minimi particolari, niente viene lasciato al caso e anche il modo in cui è girato Succession è una componente importante del suo successo.

Secondo il mio parere questa serie è bella quanto Breaking Bad, quanto Sherlock, quanto Game of Thrones delle prime stagioni, dunque mettete da parte tutto e buttatevi a scoprirla se ancora non l’avete fatto. La trovate su Amazon Prime.

Marysun

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