July 1, 2022

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 3 min.

C’è chi fa il cambio degli armadi, e chi fa il cambio dei generi letterari. Io non faccio nessuno dei due, ma ho avuto la fortuna di mettere le mani su due libri deliziosi e quindi metto il cartello “Chiuso per romance” sulle recensioni thriller. Se proprio vogliamo dare i colori, diciamo che, dopo aver recensito il suo primo giallo rosa, sto per recensirne un arancio.

Sono lieta di presentarvi il libro fresco d’uscita cartacea per WordsEdizioni Sul velluto di… diiii… avete capito che sto parlando della coloratissima Rebecca Quasi? Io mi ostino a fare le domande, voi non potete rispondere, e poi io ci resto male.

AVOCADO TOAST TRAMA

Nereo Castrogiovanni fa l’attore e ha un brutto rapporto con le donne, mica sessimo, diciamo una famiglia un filo disfunzionale. Il suo entourage consiste, agente nevrotico a parte, nella colf uomo Renato, nel giardiniere Achille e nel cuoco- segretario Piero, il quale, ‘tacci sua, si rompe una gamba in vacanza in Sardegna e manda a sostituirlo la fidanzata Marianna Guerra, una piccola donna (formato tascabile, la valuta Nereo) con occhi enormi dall’empatia di un’interfaccia artificiale e dall’appeal di Dobby l’elfo domestico. Poi Piero ci resta, in Sardegna, e nonostante Marianna faccia subito presente di essere una che vive alla giornata e colleziona solo lavori di sei mesi massimo, resta per aiutare Nereo. In fondo, ai sei mesi canonici, ne mancano cinque… e se venissero posticciati due mesi aggiuntivi, chiesti per preservare la salute fisica e mentale di Nereo? E se consideriamo il fatto che la storia ci presenta un presente che viene dopo tutti questi mesi qui?

FINE AVOCADO TOAST TRAMA

Oh, Nereo, Nereo, perché sei tu Nereo, rinnega tuo padre… un momento, adesso ci arriviamo. Personaggione comunque, Nereo. Un “malato” costretto a cibi insipidi e a una vita fatta di impegno, solitudine e abnegazione, che inizia a sentire certi sapori solo quando incontra Marianna. Non c’ha il Covid, preciso. Deve fare una dieta di un certo tipo. E io volevo fare un fine parallelismo tra il sapore e l’amore, anche se forse l’aveva fatto la Müller un ventennio fa. Comunque sia, i piatti cucinati da Marianna sono davvero un collante emotivo potente, filo rosso che collega i tempi della storia riempiendo i vuoti di stomaco e i vuoti relazionali.

Tornando a noi, per quanto sia particolare la figura di Nereo, nel gioco dei confronto tra i personaggi principali deve cedere la vittoria all’elfo domestico, una donna che decide di vivere con gli anfibi ben piantati nel presente, che, per definizione, non ammette pensieri lungimiranti e programmi a lungo termine. Dotata, la piccola. Di statura e di fatto, con i suoi 28 anni passati a saltare da un lavoro all’altro e incamerare informazioni. Avrebbe la terza media, ma si esprime meglio di un premio Nobel per la letteratura. Noi conosciamo i due personaggi dopo un evento molto particolare, di cui ci vengono accennati pochi dettagli: sappiamo che Nereo ha sparato una serie di cazzate sessiste durante un talk show in diretta e che ha trascinato la sua cuoca-assistente nel ping pong mediatico che si rimpalla (fake) news da un social a un altro, da un canale all’altro, distorcendo parole e ingrossando il vento fino alla tromba d’aria. Marianna Guerra diventa la latina Mariana Gherra, per dire.

Ma credo che il vero protagonista di questo libro sia il passato. E che fastidio, ragazze mie, leggere e collegare automaticamente alla propria esperienza di vita (questo fa una grande scrittrice, ricordarti le connessioni tra la sua carta e la tua carne) che sono gli eventi che vivi a cambiare drasticamente la rotta del tuo viaggio. Tu sei così perché hai vissuto quelle cose lì, e che tu l’abbia accettata o meno o, peggio, che tu ne sia consapevole o meno, stai già virando verso una versione di te stessa che non si sarebbe palesata altrimenti. Ma, se trovi la persona giusta, un minimo di sforzo per saltare nella tua versione meno ancorata al passato? In quella in cui puoi modificarti in base al presente che vivi? E sarò pure una fan della Marvel, ma i multiversi noi ce li abbiamo qui accanto. Grazie a Rebecca Quasi, oggi sono anche una fan di Sant’Agostino. Lo trovate sul finale, per cui… passo e chiudo.

«E quello che dice la gente è vero per forza?»
«Diventa vero»
Aveva ragione, ragione da vendere. Se il magma delle opinioni va in una certa direzione, quella diventa la via che tutti seguono, convinti. Lo sapeva bene. Nell’era degli influencer la verità scompare e rimane solo la tendenza. Un’ecolalia che copre e confonde realtà e verità.
Il punto cruciale è: quanto te ne importa?

Giulia

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