June 28, 2023

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 4 min.

8 secondi. Se fate una ricerca sui tempi di attenzione medi delle persone oggi, questi si aggirano intorno agli 8 secondi. Quindi chi, come me, deve scrivere un articolo o un pensiero su qualcosa che ha visto come in questo caso un film, ha l’arduo compito di attirare l’attenzione per un tempo limitatissimo, per questo ho deciso che questa, più di altre, sarà una riflessione velocissima su The Flash, che parla proprio del velocista scarlatto di famiglia DC Comics.

Anche questa volta vi invito a far partire il brano Run, che fa parte della soundtrack e di usarlo come sottofondo musicale a questa recensione, che comunque trovate qui… riuscirò a stare nei vostri tempi di attenzione?

In realtà, mentre si guarda The Flash, le domande che ci si pone sono tante:
Ce la farà questo film a rilanciare il marchio DC a livello cinematografico?
Saranno riusciti a tenere a bada Ezra Miller e a realizzare qualcosa di dignitoso?
Ne sarà valsa la pena richiamare Michael Keaton?
E la Supergirl di Sasha Calle? E’ all’altezza nel suo ruolo di sostituta di Henry Cavill?
Ce la farà Berry Allen (il nome dell’alter ego del supereroe) a fare tutto in tempo?
Ecco, questa è la domanda più interessante di tutte, perché The Flash è una vera e propria corsa contro il tempo, ma andiamo a capirne i motivi.

Come sempre parto dalla trama, senza svelare troppo perché il film raccoglie molte sorprese, ma vi basti sapere che la storia parte subito dopo le vicende di Justice League e Barry Allen decide di trovare un modo per salvare la madre sfruttando la sua velocità e la possibilità di viaggiare attraverso spazio e tempo, trova il modo, ma questo causerà chiaramente il cambiamento degli eventi futuri, costringendolo a chiedere una mano agli eroi dell’universo in cui si ritrova e costringendolo a una continua corsa contro il tempo per salvare il suo mondo. Una storia piuttosto semplice, con dei chiari echi da End Game, piuttosto che a quelli molto più telefonati di Ritorno al futuro, ma che qui trovano una giustificazione perché l’introduzione del multiverso scoperto da Barry Allen correndo alla velocità della luce non è lo stesso che abbiamo visto nel mondo dell’MCU, questo è quasi “scientificamente” corretto e credibile, almeno quanto poteva esserlo la realtà alternativa di Matrix.

Quindi possiamo affermare che la rinascita del DCEU è stata data in mano al giovane Barry Allen e quindi al buon vecchio Ezra Miller il quale, nonostante le scorribande folli nel “mondo reale” è riuscito a reggere molto bene il ruolo, dando vita a due versioni plausibili del velocista, soprattutto quella “adulta”, matura e consapevole nonostante nella prima parte del film abbia atteggiamenti un po’ sopra le righe (la scena che nella colonna sonora viene chiamata baby shower la dice lunga in merito, ma non vi rivelo altro).

Direi che un po’ di merito va dato al regista Andy Muschietti che, dopo averci dato prova del suo stile nei due nuovi capitoli di IT, si cimenta in questo cine comic estremamente pretenzioso perché molti, come me, avevano grosse aspettative, soprattutto dopo che si fa il nome di Micheal Keaton e, in effetti, il film non vuole essere un guazzabuglio di “Fan Service” come lo è stato Spiderman no way home, ma più un tentativo sensato di dare logica e lustro al mondo DCEU, usando, perché no, uno dei Batman più fighi della storia del cinema, anzi, per me, il migliore, punto (non me ne vogliate fan noliani). E ci sarebbero da spendere due righe anche sull’apparizione del Batman di Ben Affleck, con una meravigliosa Bat-suit blu e grigia, a voler richiamare la versione di Frank Miller, anche nell’espressione iraconda della maschera, una scena breve ma molto intensa, anche questo un dono visivo per i fan di un certo livello che possono solo apprezzare senza riserve.

Bisogna ammetterlo, The flash è pieno zeppo di “chicche” che appagano l’occhio e il cuore del fan del mondo DC e non solo, perché il film nasconde easter eggs di una finezza magistrale che solo chi ha guardato molte volte un certo tipo produzioni degli anni ‘90 può apprezzare, ma non posso sbilanciarmi perché sono sempre più a rischio spoiler. E, che ci rediate o no, c’è sempre Barry Allen/Ezra Miller, un giovane eroe appena consapevole a mantenere sulle proprie spalle tutto, un aspetto che forse è stata la sorpresa migliore: la sensazione è quella di assistere ad un seguito Batman returns in cui è Flash il protagonista, un personaggio che all’interno della Justice League sembrava una macchietta e che qui invece prende forma evolvendosi e maturando, offrendoci una caratterizzazione ricca di spunti per il futuro (We hope…). A questo punto, se volessi accaparrarmi likes, following, visualizzazioni e click dovrei seguire la scia di molti Youtuber dai grandi numeri che non hanno risparmiato critiche riguardo a scelte di sceneggiatura, di tagli, dubbi sulla performance di Ezra nella prima parte completamente diversa dalla seconda, vestendosi come sempre di quell’abito che deve trovare a tutti i costi il difetto in quella che secondo me, e lo scrivo di pancia, è un bel film, veloce, con una bella trama, che racchiude spiegazioni con una certa logica pur trattando un tema di fantasia e che, finalmente, sembra voler dare il via ad una nuova epoca per il DC Extended Universe, e non serve certo elencare informazioni su registi, scenografi, produzione ecc ecc per sottolineare la cosa.

In The Flash però non c’è solo Berry Allen, ma anche una certa Kara, la Supergirl dell’universo di Batman di Micheal Keaton, e c’è anche il ritorno di Zood interpretato da Michael Shannon che, seppure confuso quando gli è stato proposto, ha di nuovo dato lustro ad uno dei migliori nemici dell’uomo d’acciaio. Insomma, questo film è un bel pacchetto, un cine comic più che dignitoso, con un colonna sonora adrenalinica, ma estremamente emozionante, che mi ha fatto ricordare i fasti musicali del primo Batman e di Matrix. Mentre guarderete The Flash avrete motivi per divertirvi, emozionarvi e commuovervi, perché in fondo questo film è la storia di un bambino che rivuole la sua mamma e se la domanda è “Ti è piaciuto?” cosa volete che vi risponda? Quando ho rivisto Michael Keaton il cuore mi batteva, ogni fotogramma in cui c’è il suo Batman è un quadro che vorrei appendere nel mio Nerditorium e un po’ mi sono risentito quel bambino che, nel 1989, al cinema, sentiva le gambe tremargli perché finalmente avevano fatto un bel film sul suo eroe preferito.

So benissimo che il vostro livello di attenzione è già terminato molte righe fa, ma se vi aspettavate un pensiero più veloce di così, anche pieno di qualche critica da click facile o da grande nome di YouTube, mi dispiace, ma sono costretto a concludere scrivendovi Magari un’altra volta.

Il voto dello spettatore Mister Bufo (Alfonso): 8 su 10

Alfonso Mr. Bufo

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