April 12, 2023

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 3 min.

Avete presente quell’attore che nel 2008 divenne famosissimo interpretando un vampiro che alla luce del sole brillava? Sì, lui, Robert Pattinson, ecco, a questo punto dimenticatevi quel personaggio e mettete il “ragazzo” a fianco del grottesco Willem Dafoe: il risultato è il titolo del film che ho deciso di recensirvi questa settimana, ossia The lighthouse del 2019, e che trovate disponibile su Netflix.

Nell’intento di proporvi sempre qualcosa di diverso e non convenzionale, ho optato per questa pellicola ad opera del regista Robert Eggers (già famoso per pellicole visivamente impegnative come The Northman e The Witch) perché incuriosito non solo dalla trama e dalla location, ma soprattutto dall’obsoleto formato 4:3, che in realtà non vuole riportare ai tempi dei tubi catodici dei televisori Mivar, ma gioca sull’intento di porvi come davanti ad una vecchia fotografia in bianco e nero che all’improvviso si mette in movimento, raccontandovi una storia inusuale ambientata verso la fine del XIX secolo.

Tutto ci viene svelato lentamente, infatti il film inizia mettendoci dietro le forme dei due protagonisti che si avvicinano ad una piccola isola su cui sorge un vecchio faro, luogo che non sarà solo l’ambientazione del film, ma avrete sempre più la sensazione che esso sia un personaggio vero e proprio, come l’anello della trilogia di Tolkien, un faro che pian piano prenderà con prepotenza posizione nella mente dei due protagonisti e nella vostra, scavando con violenza e estraendo demoni personali e paure nascoste.

La trama tutto sommato non è particolarmente articolata: Pattinson è Ephraim Winslow, un giovane misterioso in cerca di un impiego che accetta previo lauto compenso di passare 4 settimane sull’isola per fare da guardiano al faro, affiancando il vecchio e irascibile custode Thomas Wake (Dafoe), geloso non solo del faro, ma anche dei segreti che l’edificio nasconde, quasi come un uomo che, con patriarcale prepotenza, tiene lontani occhi maschili dalla “propria donna”. Con il passare dei minuti l’opera illustrata in bianco e nero da Eggers vi risucchierà dentro il turbine di follia dominata da una serie di attività sempre più pesanti e difficoltose assegnate al “ragazzo”, al quale verrà vietato tassativamente di accedere al piano con la “luce”, sopportando piogge incessanti e scarsa igiene tipica di un contesto del genere, e senza fare sconti; vedrete Pattinson percorrere un sentiero di autodistruzione che lo porterà verso quella luce all’ultimo piano del faro, che nasconde l’oscurità e il segreto di tutta la pellicola. Vi assicuro che passerete dall’impazzire di curiosità al patteggiare per il vecchio veterano in un horror che per me rappresenta una piccola perla.

Da tempo desideravo di essere spettatore di un film “dell’orrore” che mi facesse provare qualche emozione in più senza mostrarmi a tutti i costi evocazioni, esorcismi e corpi ridotti a brandelli, e The lighthouse soddisfa questa esigenza, lasciando alla vostra immaginazione il compito di costruire la forma del mostro, se così si può definire. Io concludo questo mio pensiero sul film chiedendovi di provare a comprendere lo sforzo dei due attori, la cui bravura si rincorre in un tira e molla a cui sarà un vero piacere assistere, ma preparatevi a momenti di alta recitazione alternati a scene che richiedono un discreto stomaco forte, e non per ciò che viene mostrato, ma per tutto quello che crederete stia accadendo aldilà di una porta o qualche scalino umido più su dell’inquadratura.

Non vi resta che indossare il vostro k-way migliore, imbarcarvi con Robert e William, e gustarvi The lighthouse.

Il voto dello spettatore Mister Bufo (Alfonso): 7 su 10

Alfonso Mr. Bufo

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