November 30, 2022

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 3 min.

Domenica ho visto The Menu, o meglio, avrei voluto vedere Black Panther: Wakanda Forever, ma mia figlia mi ha chiesto con grande insistenza di prendere il biglietto per questo film perché la incuriosiva di più, e aveva proprio ragione, dato che si tratta di una perla di cui si potrebbe sentir molto parlare nelle prossime settimane. Un premessa importante: IO ODIO tutti i programmi, le serie e i reality show legati al mondo della cucina (e dei cuochi) e di conseguenza non sopporto tutti i personaggi che girano intorno a questo argomento, ma il nuovo film diretto da Mark Mylod mi ha letteralmente rapito perché è molte cose tutte insieme: è un thriller, è un horror, è una commedia e nasconde perfino una profonda riflessione finale ma, soprattutto, non vi lascia un minuto, anzi, un secondo di tregua.

A questo punto dovrei farvi una breve descrizione della trama, impresa molto ardua dato che la storia è una continua e incessante sorpresa e rischierei di spoilerarvi qualcosa ad ogni parola scritta perciò mi limiterò ad avvisarvi che la pellicola parla di cibo e società, di come viviamo in un mondo che ci imbocca continuamente riempendoci di cose, prodotti, contenuti e molto altro, senza chiederci di gustare davvero ciò che guardiamo, ascoltiamo e, quindi, mangiamo. Tale ragionamento, raccontato in modo quasi didascalico dall’eccentricità dei personaggi stessi, ognuno presente nella vicenda per un preciso motivo, viene sviluppato perfettamente grazie alla presenza della protagonista Margot, interpretata da una magnifica Anya Taylor-Joy, che riesce magistralmente a tenere testa all’austero e bizzarro chef Julian Slowik, il cui ruolo è affidato al mitico Ralph Fiennes. Lo so, non vi ho detto quasi nulla del film, ma il mio scopo, concedetemelo almeno in questo caso, è spingervi ad andare al cinema, dare fiducia a questo titolo e sedervi, proprio come fanno i ricchi commensali della storia, accettando ciò che vi viene “servito” senza domande, come se partecipaste ad una grottesca degustazione di generi cinematografici che sembrano cambiare in base ai personaggi, per poi, con un meraviglioso (e violento) espediente, richiamare la vostra attenzione riportandovi alla riflessione, spiegata con un fantastico monologo finale dallo chef Julian.

E Margot (Anya Taylor Joy)? Lei siete voi, è la realtà, è lo schiaffo per svegliarvi e ricordarvi che tutto ciò che state guardando è tremendamente assurdo, è la ribellione al piano progettato dallo chef, una giovane e faziosa presenza che, nel film come nella realtà, si scontra a testa alta con la magistrale recitazione di Ralph Fiennes, tenendogli testa in un faccia a faccia che rappresenta uno degli aspetti più divertenti del film. Non voglio dilungarmi nel descrivere gli altri personaggi, ma vi basti sapere che sono tutti perfettamente infilati nel piano dello chef, ognuno presente per un preciso motivo, una colpa, come accadeva all’inizio di ogni capitolo di Saw, con la differenza che, nel ristorante in cui è ambientata la vicenda, ognuno ha pagato una cifra altissima per essere presente volontariamente.

Durante la visione di The menu avrete modo di essere stupiti, meravigliati, spaventati e sopraffatti perché vivrete le stesse sensazioni dei banchettanti, sazi non di cibo, ma di emozioni, diverse ad ogni piatto; e alla fine sarete esausti per la tensione provata, eppure, ve lo posso assicurare, potreste provare la voglia di “volerne ancora”. Io mi sono sentito estremamente soddisfatto, come non accadeva da tempo, aggiungerei stupito dato che in 1h e 47 minuti si conclude l’esperienza, senza motion capture, individui con superpoteri, scene post credit o avvisaglie di una serie tv prequel, niente di tutto, ciò, poco meno di due ore e vi ritroverete fuori dalla sala. Strano vero?

E’ proprio qui che, se volessi trovare una pecca a tutti i costi, punterei il dito: la durata. Avrei voluto saperne di più dello Chef Julian, avrei aggiunto un po’ di background relativo a Margot o qualche secondo in più sul passato di ogni personaggio, ma forse va bene proprio così, perché qualcosa viene detto, ma in un modo davvero divertente che vi lascio scoprire. Arriviamo dunque alla fatidica domanda: vale la pena andare al cinema per vedere The menu? Assolutamente si, dato che ciò che vi aspetta è quello che viene definito “un’esperienza fuori dal comune”.

Il mio voto: 8 popcorn su 10.

Buona visione!

Alfonso Mister Bufo

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