April 19, 2021
Categoria: Recensioni
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Se capitate su Netflix, fonte di tante nostre Grrr gioie, non potete mancare la serie The Serpent. Questa, sappiatelo, è una crime story che più cupa non si può, incentrata sulla vicenda, realmente accaduta, del serial killer Charles Sobhraj (un bravissimo e perfidissimo Tahar Rahim). Il “bikini killer” o serpente, fate voi, adescava e poi uccideva ingenui turisti che si trovavano a passare per l’Asia negli anni Sessanta – Settanta. Uomini, donne, coppie, il serpente, così nominato per la sua incredibile capacità di raggirare chiunque e sfuggire alla giustizia, si presentava come un innocuo venditore di gemme, carpendo la fiducia dei soggetti, ospitandoli a casa sua, per poi fargli fare una gran brutta fine. Ad aiutarlo (ma fino a un certo punto, precisiamo) c’è la sua fidanzata Monique (la Jenna Coleman ex compagna del Doctor Who, vi ricordate?) e qualche altro oscuro soggetto.
A ogni modo la storia viene raccontata attraverso continui salti temporali, quindi occhio che dovete seguirlo con attenzione, dividendosi tra flashback e flashforward. La regia è molto curata e anche i protagonisti hanno il loro bell’approfondimento. A rendere particolare questa serie c’è anche l’ambientazione asiatica, niente grandi capitali europee o città americane, ma viva Bangkok e compagnia bella. Non vi negherò però che ogni tanto, vedendolo, mi angosciavo per le sorti dei malcapitati e mi trovavo a gridargli: “No, non entrate in quell’appartamento!! NOOOO”.
A parte questo, vi consiglio vivamente The Serpent per la sua capacità di catturare subito lo spettatore e di comporre, piano piano, un quadro altamente inquietante con un profilo da s.i. (e qui 14 stagioni di Criminal Minds mi vengono in aiuto) da manuale. Riuscirà l’improvvisato “detective” Herman Knippenberg (Billy Howle) a stanare il serpente e a mettere fine alla sua scia di sangue? Lo saprete solo su Netflix!
