February 22, 2021

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 1 min.

L’ombra dello scorpione è romanzo di Stephen King uscito per la prima volta nel 1978 in cui si parlava di una terribile epidemia che, sfuggita ai laboratori del governo, aveva quasi sterminato la popolazione mondiale. Il caro Stefano Re aveva deciso di soprannominare questa terribile influenza Capitan Trips e, insomma, questa è la premessa da cui parte The Stand, serie tv che vi presentiamo oggi.

Innanzitutto dobbiamo sottolineare che non è certamente facile condensare un malloppino corposo come il libro da cui è tratta in una stagione da 10 episodi. I creatori, però, hanno deciso di tentare la titanica impresa che vede fronteggiarsi due avversi schieramenti: uno è quello guidato da Randall Flagg (sì, quel Randall Flagg, messaggio subliminale per gli estimatori de La Torre Nera di cui la sottoscritta non vede l’ora di una degna serie tv), interpretato da quel figaccion.. ehm dicevo, lo stimato attore Alexander Skarskard, mentre l’altro è spiritualmente guidato da Abigail (Woopy Goldberg in grande spolvero). Intorno a queste due catartiche figure si dipana l’intreccio di The Stand che si sviluppa tramite salti temporali presenti in tutti gli episodi che ci fanno capire cosa è successo e come si è arrivati a questo mondo post apocalittico. Così scopriamo, per esempio, cosa facessero Stu, Harold e Frannie prima di approdare alla zona libera di Boulder. Bisogna evidenziare che, visti i non sempre eccelsi risultati nelle trasposizioni delle opere di King, c’era una certa ansia per questa nuova opportunità. Devo dire che, invece, preparata al peggio, sono rimasta persino piacevolmente sorpresa.

In The Stand, dicevamo, assistiamo all’eterna lotta bene/male simboleggiate da due locations: una è una cittadina dove gli operosi sopravvissuti si danno da fare, l’altra è una Las Vegas dei reietti. Il conflitto, per dirla “amichevolmente”, è proprio lì, inevitabile e pronto a incendiarsi fino alle estreme conseguenze. Già, perché, nonostante la catastrofe primaria, poi le persone rimangono più o meno le stesse, coraggiosi, pavidi, traditori, ambigui, ecc…

Solo che in questo contesto sono costretti, alla fine, a schierarsi. Va bene, magari non sarà la lotta dei troni di martiniana memoria, ma un po’ di pathos, in questa umanità scalcinata, rimane. Quindi sappiate che vi ritroverete a fare il tifo per Stu, per Frannie, per Nick o magari anche i diabolici piani di Randall, se vi piace il lato oscuro della cosa. E se poi foste davvero presi bene da questa appassionante storia, ricordate che c’è un bel librone da 1300 pagine con cui ingannare i vari lockdown da gustare. Pronti a immergervi nella pandemia delle pandemia di Stephen King??

Marysun

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