August 6, 2020

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socrate immagina gli uomini chiusi in una caverna, incatenati e con i volti bloccati in modo tale da non poter girare la testa indietro. Alle loro spalle è acceso il fuoco. Tra il fuoco e gli uomini vi è una strada, dove alcuni uomini camminano, portano animali e oggetti. Gli uomini incatenati vedono riflesse sul fondo della caverna le ombre degli uomini sulla strada e la scambiano per la realtà, non avendo altra conoscenza che questa. Se uno degli uomini incatenati potesse liberarsi, si girerebbe e vedrebbe prima il fuoco e poi gli uomini sulla strada, ovvero la realtà. Lo racconterebbe agli altri uomini che non gli crederebbero o lo deriderebbero. Ma l’uomo a questo punto non potrebbe più tornare indietro, limitandosi alla comprensione delle sole ombre, essendo venuto a conoscenza della realtà.

Secondo Platone gli uomini incatenati rappresenterebbero le opinioni che gli uomini hanno delle cose, mentre il fuoco rappresenterebbe la conoscenza che porterebbe gli uomini al raggiungimento della verità e della realtà delle cose. L’uomo girandosi, grazie al fuoco vedrebbe la strada con gli uomini sopra. Fino a quel momento l’uomo incatenato credeva uomini le ombre riflesse sul muro. Inoltre gli uomini sulla strada parlavano, ma l’eco rimbalzando sulla caverna sembrava uscire dalle ombre, confermando che gli uomini reali erano le ombre. La pillola rossa è il fuoco, che ci conduce alla realtà profonda, la pillola blu è la catena che ci costringe a mostrare solo l’apparenza delle cose. Scegliere la pillola rossa significa spezzare la catena che ci obbliga a non vedere la realtà.

E allora tutta la vita la pillola rossa, che ci mostra la realtà per come è, ma proprio per questo ci rende liberi di scegliere come affrontarla. Don Chisciotte nel tentativo di costruirsi una realtà alternativa, s’incastra nei mulini a vento e viene scambiato per pazzo e alla fine muore. Sancho Panza cerca di riportarlo alla realtà, nel tentativo di salvarlo, ma non ci riesce. Del resto se non conosci, se scegli la pillola blu non puoi affrontare con gli strumenti giusti la realtà e verrai guidato o comandato da chi la conoscenza possiede e quindi sa, conoscendo la realtà e non solo l’apparenza.

“Romeo, perché ti chiami Romeo? Cambia il tuo nome, in fondo che cos’è un nome? Quella che noi chiamiamo una rosa, con qualsiasi altro nome profumerebbe altrettanto dolcemente.” dice Giulietta a Romeo per convincerlo a rinnegare la sua famiglia.

La realtà è una, quello che cambia sono le opinioni che si hanno della realtà e i nomi sono solo convenzioni per nominare le cose, ma non sono le cose. La pillola blu ci porta alle convenzioni, non all’essenza delle cose. Solo sapere dà libertà, il non sapere crea insicurezza. Attraverso la pillola rossa, possiamo odorare, toccare e ammirare la bellezza del fiore, che la pillola blu ci dice chiamarsi rosa, ma non ci dice che cos’è la rosa. I bambini quando cominciano ad esplorare il mondo entrano in relazione con la realtà delle cose: il cibo nutre, l’acqua disseta, la coperta scalda. Crescendo poi le opinioni e le convinzioni ci distaccano dalla realtà, per cui il cibo diventa ossessione, rifiuto, coccola, celebrazione, la coperta diventa un oggetto di protezione come per Linus. E allora dovremmo prendere la pillola rossa che ci consentirebbe di smettere di adulare il re, facendo finta di non vedere che invece è NUDO!

Cindy

Cosa ne pensano le altre Grrr Girls?

Leggi l’articolo di Giulia PILLOLA AZZURRA, DA NON CONFONDERE CON QUELLA BLU

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