October 1, 2020

Categoria: Consigli utili

Tempo di lettura: 2 min.

Ogni riferimento a fatti e a persone è puramente casuale.

Quando Guccini nell’aprile 2020 a domanda: “Questa pandemia ci renderà migliori” rispose: “Anche dopo l′11 settembre si diceva che sarebbe cambiato tutto, ma non è cambiato nulla. Gli uomini non imparano. E’ nella natura umana il dimenticarsi presto delle tragedie passate per riprendere la vita di sempre”, ho pensato che come al solito esagerava nel suo pessimismo. Mi dicevo che non saremmo migliorati, ma l’aver vissuto pezzi di vite altrui senza muoverci dalle nostre case (le video lezioni dei nostri figli, le conference call nostre e dei nostri mariti, le videochiamate cone le cugine e con le mamme), ci avrebbe reso magari non migliori, ma sicuramente più empatici.

A solo quindici giorni dall’inizio della scuola, le mani mi prudono e sento il bisogno di scrivere dei e sui genitori cose che già pensavo, ma che il lockdown ha reso ancora più evidenti.

Certamente i genitori e in particolare le mamme (ahimè) sono mosse dall’amore per i propri pargoli, ma sembra che oggi vadano di moda le parole “MIO FIGLIO NON DEVE MAI SUBIRE UNA FRUSTRAZIONE” e che cosa sia la frustrazione per un figlio, ovviamente, solo mammà lo sa. Da qui prende le mosse una battaglia che la mamma deve compiere tutti i santissimi giorni contro chiunque osi porre un ostacolo sulla retta via, illuminata dai faretti a led del Grande Fratello, del proprio pargolo.
La scuola costituisce forse il campo principale di battaglia per le mamme, perché è lì che i ragazzi vengono trattati per quello che sono, appunto, RAGAZZI, con pregi e difetti, e non per ragazzi superdotati, superintelligenti, supersensibili… insomma, super.

Chi è più bravo non viene iperlodato, chi è meno bravo non viene ipolodato. Va detto che i ragazzi sono molto meglio dei genitori in termini di consapevolezza! Mi capita spesso di intraprendere una battaglia con genitori che si ostinano a spergiurare che il proprio figlio a casa “la sapeva tutta” la lezione di storia. Di fronte all’evidenza di un foglio in bianco, mi sento ormai quasi sempre dire che era la mia verifica ad essere impossibile, o preparata male, o fuori argomento!!!! Quando invece ne parlo con il fanciullo in questione, riusciamo sempre ad identificare quale sia stato il problema: se un mancanza di studio reale o a volte semplicemente uno studio mnemonico. Ma la mamma no, al grido di “Gliel’ho provata 1000 volte” combatte la sua battaglia personale, affinché il 4 non scalfisca l’autostima del suo bambino, cresciuto tra videogiochi e playstation, perché ce li hanno tutti, questi meravigliosi giochi, e vuoi che il pargolo venga additato come quello che non ha gli stessi giochi degli altri? Se la scuola in piena pandemia si scervella per offrire un piano didattico dignitoso, la mamma interviene perché il figlio non può venire a scuola qualche pomeriggio, dovendo andare a calcio, informatica e violino, del resto, quando il figlio era stato iscritto cinque anni fa in prima elementare, la scuola non aveva detto che ci sarebbe stata una pandemia nel 2020 che avrebbe richiesto una rimodulazione dell’orario… il ragazzo rischia un trauma se cambia le proprie abitudini. Leggere le giustifiche dei genitori sul diario è paradigmatico di ciò che sta accadendo: mio figlio, poverino, non ha potuto fare il compito assegnato durante l’estate perché ha avuto mal di testa. HA AVUTO MAL DI TESTA PER TUTTA L’ESTATE???? POVERINOOO?

E’ come se le balle che raccontavamo noi ai nostri genitori (che finivano in una punizione o con uno sberlone) fossero diventate le argomentazioni inconfutabili per giustificare figli abituati a non ricevere mai dei no.

Non voglio difendere la categoria: ho conosciuto e conosco insegnanti non bravi, non meritevoli e persino un po’ bizzarri, ma le crociate contro tutta la categoria rischiano solo di far finire tutti quanti nel calderone e nascondere le magagne reali. Quando ero una studentessa, ne ho incontrate di prof. strane, ma sono proprio quelle che devo ringraziare! Quelle che mi hanno insegnato quale docente non voglio essere! Quelle che mi hanno mostrato che anche i prof sbagliano! E quindi, care mamme, mollateli un po’ sti figli. Lasciate che tornino a casa con un 4 e magari sgridateli pure per questo! Non succede niente, anzi, forse state facendo loro un regalo. L’autostima non si abbassa se un insegnante risponde male a un bambino: molto probabilmente c’è un motivo valido, e se non cucite addosso a quel bambino un’immagine di perfezione, potrete capire cosa sia successo senza che lui sia costretto a mentire per non deludervi. Che fatica che gli state facendo fare.. siete quasi da ricorso al TAR!

Cindy

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