February 2, 2022

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 3 min.

Domani compio 40 anni. Non ve lo dico per avere gli auguri o dei regali, ci mancherebbe (mi piace il blu e leggo molto. Per dire, eh), ma per avvisarvi che domani metterò alla prova la mia capacità di nuoto in laguna buttandomi in un canale veneziano. Se quindi mercoledì prossimo troverete la fotografia di Cindy o Marysun, saprete che per leggere qualcos’altro di mio, dovrete saltare ai necrologi.

Dedico la mia ultima recensione da trentanovenne a Un uomo in mutande di Andrea Vitali, l’acuto giallista padre della serie dei casi del maresciallo Maccadò (e compari dell’Arma) in quel della Bellano di inizio Novecento.

TRAMA SMUTANDATA

La signora Percilla Massamessi approfitta dell’uscita del marito, il nuovo direttore dell’ufficio postale di Bellano, per intrattenersi con il suo amante, salvo buttarlo in mezzo alla strada a causa del ritorno prematuro del marito Aneto. Il povero amante, costretto alla fuga, dimentica il portafoglio, ma soprattutto i pantaloni: l’unico a vederlo girovagare sembra essere il “matto del paese” Salvatore Chitantolo, che di cose ne vede fin troppe, in quella sua testa traumatizzata. Il povero Salvatore viene quindi sospettato dell’aggressione alla levatrice del paese, verificatasi la stessa sera e senza testimoni, che finisce all’ospedale accanto a un famoso senatore, promotore della “redenzione igienica” che sta tenendo occupato il paese…

FINE TRAMA SMUTANDATA

Gialli son gialli, quelli che richiedono l’intervento del Maccadò e della sua cricca di carabinieri, misteri che non scomodano cadaveri, ma i personaggi chiave della vita civile di Bellano: noi lettori sappiamo perfettamente quali sono gli eventi che muovono la macchina narrativa, anzi, teniamo pure le mani sul volante, ma quello che vediamo durante il viaggio, il panorama, ci sorprende a ogni pagina. Non ci interessa la risoluzione del mistero… quale mistero? Noi lo sappiamo benissimo com’è finito in mutande, l’uomo in mutande, ma non sappiamo come i personaggi se lo sbrogliano, il mistero, con quel fascio ingarbugliato di fatti certi, fatti presunti e interessi personali.

Chi ha letto, come me, almeno un libro dei quattro del Maccadò e colleghi, non può non gioire del ritorno dell’esimio dottor Bombazza, promotore di operazioni craniche, e dell’irreprensibile suor Anastasia, custode di segreti ospedalieri, del letterato giornalista Crispini, del povero postino Fracacci, e di personaggi memorabili come la fascista Fusagna Carpignati, incline all’amore a prima vista, e il “cornuto” neo direttore delle poste, figure chiave di una dedizione alle alte cariche del Regno che la dice lunga sugli avanzamenti di carriera. Non possiamo non innamorarci della mano dello scrittore, quasi un ritrattista, che, con due colpi di pennello e qualche flashback, delinea con una precisione tanto sconvolgente quanto ironica. I nuovi personaggi annegano nei bicchieri d’acqua dei propri tornaconti, mentre proclamano di lavorare per il bene del paese con un piglio che definirei tutto italiano, allora come oggi.

Come in ogni paese che si rispetti, ogni figura si collega all’altra sul filo del pettegolezzo, riflesso nel collegamento linguistico tra la fine di un capitolo e l’inizio del seguente: un intreccio di battute che intrattengono deliziosamente il lettore avido di ottima letteratura. Una menzione speciale alle mogli: che tagliuzzino le prove per farne un vestito o che trasformino il lavaggio dei piatti in un personale momento di ascesi meditativa, o che addirittura tradiscano, riescono a determinare l’andamento di una trama verace e mai scontata, nonostante il mistero molto poco misterioso.

«Non capisco», disse il brigadiere Mannu. «Vi dispiacerebbe ripetere»
Fusagna Carpignati sbuffò. Non le sembrava così difficile, glielo aveva appena detto, e in italiano, mica in arabo: cercava un carabiniere.
E quello che le aveva aperto, che aveva la pelle un po’ scura, segno che probabilmente era del tacco o giù di lì, non aveva proprio capito visto che le aveva risposto: «L’avete trovato».

Giulia

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