October 6, 2021

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 3 min.

Ciaone. Aspettate che prima di tutto completo il titolo: amori di tre ragazze impresentabili. Mi aveva convinto all’impresentabili, che nel nostro blog si fa di tutto pur di combattere la miglior versione della Ferragni. Anzi, vi invito a fornirmi titoli di libri la cui protagonista si trastulla con sette sataniche e non importa se non appartiene alla categoria “romantica”, dopo aver infilato Speed nei film d’amore, mi sento davvero pronta a tutto. Ecco, essendo che ne stiamo parlando, troverete a breve un titolo di Stephen (the) King.

Torniamo a noi? Il titolo del libro ci svela che le protagoniste, tre ragazze, sorelle, sono impresentabili e per un motivo ben preciso: rielaboro le parole dell’autrice stessa, Miss Black, per spiegarvi che lo sono per quel mondo ottocentesco in cui i gentiluomini volevano godersi le gioie del patriarcato e le donne dedicarsi appieno al ruolo di piante da interno.

TRAMA DAL SAPORE OTTOCENTESCO

Le tre sorelle Vassemer sono delle persone orribili. Innanzitutto, usano il loro cervello dalla mattina alla sera, scatenando fastidiose conseguenze nel mondo patriarcale che le circonda, soprattutto quando il loro padre (molto poco patriarcale) muore a causa del crollo della loro casa e finiscono in affidamento a tre diversi tutori legali. E si scocciano anche a separarsi! Che gentaglia! In questo primo volume seguiamo soprattutto le vicissitudini della maggiore, Rachel, spedita dal vedovo marchese di Northdall a Aylsham Hall con una gamba rotta e una boccetta intera di laudano nel sistema circolatorio (antidolorifico a base d’oppio. Per farvi capire come stava messa la povera Rachel). Un primo incontro molto singolare. Lei ciancia di stupro di donne nei secoli bui e lui la maneggia come se fosse una cavalla, e vi assicuro che siamo ancora molto lontani dall’inizio delle trame centoppeccento erotiche. Rachel si trova quindi costretta a prendere le misure (ripeto, siamo ancora lontani dai guizzi erotici) di una nuova famiglia composta da: il marchese, Julian Acton, i due figli, lord Brian e lord Charles, il delizioso maggiordomo indiano mr. Kayal, la cameriera personale mrs. Kendall, la rigida governante mrs. Cropp, ma soprattutto il responsabile delle scuderie Mellors. Con la parola “soprattutto” forse avrete capito che, a causa dei comportamenti scellerati di Mellors, Rachel finisce dritta come un fuso tra le braccia del marchese. E non mi accusate di spoiler, che da quel momento all’epilogo della storia, ne devono passare di ettolitri di acqua sotto i ponti. Senza svelare oltre, vi dico che Rachel, dal cui padre astronomo eredita l’amore per la materia stellare, scopre che quel burbero intagliatore di caviglie femminili del suo tutore, regole d’etichetta a parte, ha davvero molte molte molte molte cose interessanti da insegnarle…

FINE TRAMA DAL SAPORE OTTOCENTESCO

Rachel e Julian. Parliamo dei due protagonisti. Per ora salutiamo le altre due sorelle, la suffragetta Fortune e la scrittrice Vera, che avranno il loro volume quasi esclusivo (il terzo dedicato a Vera dovrebbe uscire prossimamente), anche se la bravura dell’autrice riesce a infilarci nelle vite di tutte loro in modo costante, parallelamente attento alle evoluzioni sociali e sentimentali di ognuna. Inciampona, levati proprio. Altrimenti la “zitella” Rachel ti calpesta con quel suo modo sublime di tirare dritta per la sua strada, di dedicarsi alle sue passioni (per quanto possibile, dato che il telescopio costituisce la seconda vittima del crollo della casa di famiglia) e di molestare intellettualmente il tutore per comprare un nuovo mezzo adatto alla biblioteca itinerante che lei e la nuova amica, miss Farley, desiderano inaugurare per portare a zonzo cultura e buona letteratura. Non manca di farsi raccontare la storia di quello strano e meraviglioso servitore indiano da egli stesso, unico custode dei comportamenti extra etichetta del marchese, e di cimentarsi in lezioni di equitazione per vere nobildonne, istruita da Mellors.

A proposito di Mellors… a mio avviso il vero punto di svolta di tutto il racconto, pervaso di quella genuina ironia che ti fa venire voglia di tormentare gli uomini a suon di battute sagaci, si ritrova nella totale mancanza di istruzione sessuale di Rachel. Mica poco. La morte prematura della madre e, in seguito, della matrigna (madre delle altre sorelle) le nega l’apprendimento di quei meccanismi fisiologici indispensabili a orientare la bussola della sua libido verso l’appagamento fisico e mentale. Si limita a essere felicemente esclusa dal meccanismo delle stagioni londinesi, dentro cui, invece, girano le altre due Vassemer, e vive la sua vita una scalmana alla volta…

Poi capisce. Eccome se capisce. E inizia la vera storia, quella in cui Julian sale sul podio del protagonista indiscusso, uomo di cui credo tutte le lettrici siano innamorate, quell’esemplare di personaggio granitico fuori e foderato di marshmellows dentro, che solo per il fatto di interessarsi più ai cavalli che alle gonnelle, ti fa immolare sull’altare della psicologia inversa (o ti fa venire voglia di farti ferrare con due zoccoli, a seconda delle preferenze, insomma). Pur ripetitiva, sono costretta a (ri)sottolineare che l’appartenenza al genere fa intuire quale sia il dolce epilogo della vicenda, ma voi non pensateci. Fatevi cullare dallo stuzzicante rapporto che lega tutore e protetta e, anche voi come fusi, ficcatevi di testa dentro le loro vite. Tra l’altro, la fine del libro non coincide con la fine della storia di Rachel e Julian, che prosegue nel secondo libro e che, nelle ultime pagine, si interrompe in un punto maledettamente cruciale della loro saga familiare. Aspetto con ansia e un filo di preoccupazione il vero epilogo, celato nelle pagine finali del terzo e credo ultimo volume di Unfit.

Qui il consiglio da estrapolare lo butterei sull’educazione sessuale. Di sicuro non sull’equitazione (capirete dopo aver letto).

Fatevi spiegare dai vostri genitori cosa succede a sud dell’ombelico, sono sicura che loro vi risponderanno con gioia e abbondanza di particolari. Blllhllll. Scusate, ho appena visualizzato le mie figlie chiedermi delucidazioni sessuali e ho avuto un conato di terrore. Poi cos’altro? Che seminare l’orticello di intelligenza e cultura porta sempre al raccolto di frutti gustosi? Marmellate sopraffine. Al far sentire la propria voce ci è arrivata persino la Disney con il live action di Aladdin, quindi terminerei qui. Ah, fare sesso fa bene un sacco. Adesso ho finito davvero.

Se qualcuno sparava allo stomaco di una vera gentildonna, era previsto che lei morisse sostenendo che fosse una semplice indigestione.

Giulia

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