July 19, 2023

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 3 min.

Lualche giorno fa, mentre pulivo il mio studio, decido che a tenermi compagnia doveva essere il video/commento di Falconero e della sua compagna Elisa su un film horror che da tempo volevo vedermi, così, mentre ramazzo per terra, mi faccio deliziare dalla loro recensione di V/H/S, primo episodio di una curiosa saga che è arrivata ormai al suo quarto episodio. Chi segue Falconero sa bene quanto sia appassionato di film horror, e parlo anche di roba “disturbante” e di un certo livello, infatti non nego che spesso mi sono lasciato guidare dai suoi consigli quando ero in cerca di qualcosa di nuovo e interessante sul genere, così, per la recensione di questa settimana e volendo rispettare l’impegno preso con lo Zio Tibia che è in me, ho deciso che per il ciclo “Notte Horror by Mister Bufo” questo mercoledì vi beccate il mio pensiero su V/H/S.

Ricordate che ogni mia recensione può essere accompagnata da un brano? Quindi, aprite il vostro Spotify e, mentre leggete, ascoltatevi questo.

Parto subito con l’avvisarvi che non è una pellicola “facile”, nel senso che vi troverete davanti scene che vi spingeranno a distogliere lo sguardo o a stringere con forza il bicchiere di plastica contenete la Coca Cola che state bevendo, però questo film è un progetto interessante perché si parla di più registi chiamati a girare diversi cortometraggi uniti da una sorta di trama che prende forma, lentamente, ma prende forma. Apparentemente infatti, i pezzi di questo puzzle sembrano essere slegati, eppure c’è un filo conduttore da scoprire pian piano (e questa è la parte divertente del film): tutto ruota intorno alla richiesta da parte di una persona misteriosa rivolta ad un piccolo gruppo di criminali chiamati appunto a recuperare un filmato amatoriale da un’abitazione diroccata che si trova in mezzo al niente. Sul luogo, però, trovano un cadavere circondato da un sacco di televisori e pile su pile di videocassette, per poter capire qual è l’oggetto da recuperare dovranno guardarne parecchie, e qui comincia il film vero e proprio. Come al solito, mi fermo, e lascio a voi il divertimento nello scoprire il resto.

Io a questo punto però devo ammettere una cosa, non sono mai stato un amante dei film “Found Footage”, ossia opere che si basano sulla visione di riprese, per così dire, movimentate, e parlo di cose come The Blair Witch Project, forse l’esempio più famoso del genere. L’evoluzione e la creatività dei registi ha però portato a piccoli capolavori come Rec o Paranormal Activity, entrambi colpevoli della nascita di dozzine di cloni, spesso molto deludenti, che hanno fatto compagnia agli appassionati di Horror per molti anni, fino a stufare (almeno nel mio caso). All’improvviso nel 2012 fa capolino V/H/S, che molti critici del settore hanno definito l’ultimo capolavoro del genere “Found Footage”, in un periodo in cui la gente era stanca di vedere “film che sembravano veri perché le riprese erano vere ma in realtà erano finte”, in sostanza, non ci cascava più nessuno. Partendo dal presupposto che, e lo scrivo da estimatore, da appassionato, il genere horror non sa più che pesci prendere tutt’ora per far davvero paura, V/H/S tutto sommato, con la scusa dei diversi cortometraggi uniti da una trama nascosta tra un filmato e l’altro, si lascia guardare ed è perfino divertente.

Certo, se volessi fare una recensione molto più dettagliata, dovrei analizzare ogni cortometraggio, girato, appunto, da un giovane regista del settore diverso, ma se lo facessi, vi spoilerei l’intera trama (e qui immaginate le mia manone di gomma piuma come quelle di Zio Tibia che si agitano vorticosamente) quindi fatevi bastare queste righe, miei cari zombetti. V/H/S è un bel film horror, perché creato da persone appassionate del settore ma non ancora influenzate dal mercato; è interessante, ogni filmato vi porta a far crescere la curiosità e capire cosa svelerà quello successivo, con pezzi del mosaico distribuiti in modo estremamente cinico e casuale, infatti per arrivare alla conclusione dovrete subire la visione di scene angoscianti, brutali ma anche piene di suspense… ma se le mie parole abbondano di elogi, perché ho deciso di dare 6 su 10?

Il motivo questa volta mi viene suggerito dalla parte “pignola” di me, che ha fatto fatica a sopportare parti dei girati superflue, fin troppe forse, con la sensazione di trovarsi davanti a un mucchio di roba di cui non si è fatta una dovuta cernita prima di un montaggio finale del film, sempre volendo inseguire l’idea del “casuale”, del “finto vero”, fornendo un epilogo stupendo, terrificante, dal ritmo perfetto, ma fuori tempo massimo se si parla di pazienza, e poi …..
(interruzione improvvisa della scrittura)
(rumori inquietanti in sottofondo)

Il voto dello spettatore Mister Bufo (Alfonso): 6 su 10

Alfonso Mr. Bufo

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