E VISSERO TUTTI…

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Ma si dai, non male, grazie. Ci dobbiamo accontentare, che vi devo dire. Ma non a causa del Corona Virus (a proposito di fiabe…), dico proprio in generale, la storia del vissero tutti felici e contenti (che si legge vissero tutti felici e contenti, ma significa vissero tuttissimi scoppiando di gioia imperitura fino alla lontanissima morte non dolorosa) ormai ce la siamo lasciata alle spalle, in quell’angolo della mente chiamato “ricordi d’infanzia che sembrano intelligenti se li ricordiamo prima di compiere 14 anni”. Dai, l’abbiamo passata tutti la fase della Cenerentolitudine, quella in cui ti armi di ramazza e speri di pulire il tuo kharma, in modo che brilli come il Bat-segnale e conduca il principe azzurro ai tuoi piedi e alle tue pattine. Dichiari ai tuoi: “Ehi gente, io non intendo studiare, va bene? Pulisco tutta casa e canto fino a che non arriva il principe. Ma… noi ce l’abbiamo il camino?!” e ramazza ramazza, sono quiiiiii, straccia straccia, sono quella vestita di verde acquamarina, pure la mia vicina di casa in età da matrimonio sta ramazzando, non ti confondere, quella indossa un terribile verde petrolio.

Poi gli anni passano, le mamme invecchiano (e la smettono di leggerti fiabe per celebrolese) e i modelli cambiano: si affacciano al panorama mondiale delle donne niente male, che non cercano di attirare l’attenzione pulendo cessi ramazzando e che possiedono una tempra morale che schiarisce loro idee e obiettivi, tra cui non ci sono principi salvifici. E allora arriva la fase della Fatamadrinitudine: ti chiedi che senso abbia la ramazza quando quell’altro affare di legno, la bacchetta, fa scintille. E aspiri, in concomitanza con il declino dell’interesse per la fiaba Disney e l’avvento di narrazioni per adolescenti alle prese coi primi bollori, a scoprire poteri paranormali coi quali tenere a bada spasimanti vampiri, lupi mannari teenager e creature dalle dubbie origini (la mia collega blogger Marysun a questo punto parlerebbe di un hobbit di talkeniana scrittura).

Noi siamo quello che leggiamo, no? E se leggere significa imparare e se imparare significa determinarci, noi siamo fondamentalmente quello che abbiamo vissuto attraverso i personaggi che ci hanno accompagnato nel corso delle nostre fasi (ormonali) e che abbiamo cercato di emulare nei nostri rapporti personali. Anche voi avrete cercato di farvi azzannare il collo dal vostro primo amore, no?? Abbiamo scremato quello che non ci rappresentava e abbiamo lasciato quello in cui vale la pena credere, con buona pace dell’inconscio, dove Biancaneve mangia l’anello di Gollum e le ramazze servono come materiale per i paletti di legno da ficcare nel cuore dei vampiri che ci rifiutano.

Anche se dobbiamo ammettere che il prorompente profumo del femminismo sta pizzicando il naso dei creatori di cartoni, per cui, anche se continuano a sterminare madri come se non ci fosse un domani, partoriscono artisticamente principesse del calibro di Anna e Elsa, che i principi li trasforma in sorbetti ghiacciati. Non vorrei spoilerare Frozen II, ma scommetto che i vecchi produttori della Walt Disney, dopo la visione del film, hanno fatto scoppiare una guerra civile imbracciando fucili a pallettoni e urlando “quella Elsa merita una lobotomia come le vostre mogli, pappamolle!”. Quelli che non sono morti di infarto, ovviamente.

Quindi pace fatta con i disneyani, ma come lasciarci sfuggire l’occasione di dire che le principesse nate prima degli anni ’80 erano un abominio?? Le vogliamo levare dalle cartelle delle bambine? Estrometterle dal carnevale se non con una modifica sostanziale della mise? Tipo un fucile a pallettoni? Scusate. Pace fatta.

Giulia

Cosa ne pensano le altre Grrr Girls?

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