April 2, 2020

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Le donne nelle fiabe sono deboli fanciulle da salvare, streghe malefiche o al contrario fate salvifiche. Il top della gamma è ovviamente la matrigna, che oltre ad essere donna è anche madre acquisita e quindi per contratto str…za. Se sono principesse, sicuramente si mettono in pericolo ed arriverà il principe a salvarle, se non sono principesse, sono povere criste, al massimo fornarette o venditrici ambulanti di fiammiferi, che grazie al matrimonio con il principe si innalzano nella scala sociale diventando principesse, ma sempre consorti. Insomma, il mondo delle fiabe è il luogo più sessista che esista. Nate per il desiderio insito nell’uomo di raccontare, le fiabe rappresentano i luoghi comuni sulle donne: ingenue, ma furbe, curiose, ma poco intelligenti, al contrario intelligenti, ma brutte, povere, ma belle… tutto e il contrario di tutto, ma costante rimane il messaggio che se la donna si deve salvare, lo fa grazie ad un uomo.

E se non è il matrimonio a salvarla, perché è troppo piccola per sposarsi, sarà un cacciatore a liberarla dalla pancia di un lupo! Ma partiamo da un presupposto: assodato che le fiabe nascano nella notte dei tempi, chi ad un certo punto decide di metterle nero su bianco? Degli uomini! Quanti nomi di scrittore di favole conoscete? Dai, su, vi aiuto.. Esopo, Fedro, Andersen, Perrault, Grimm, Wilde, Calvino, Capuana.. Quante autrici di fiabe conoscete?? …..mmmmmhhhh…eeehhmmmm!

Ecco,  già comincia a farsi avanti l’idea che il punto di vista delle fiabe sia necessariamente quello maschile, che ha tutto il vantaggio a perpetuare nell’immaginario fanciullesco l’idea della debole fanciulla da salvare.

Le peggiori fiabe sono quelle che raccontano la furia delle matrigne: c’è una fiaba che mi raccontava mia nonna, talmente tremenda che una donna riusciva a far ammazzare a dei figli la propria madre per poter sposare il padre. Una volta sposato il padre, fa di tutto per far fuori i figli e ci riesce. THE END. Jung e company hanno studiato le fiabe per evidenziarne l’elemento catartico di superamento del complesso di Edipo, elemento sicuramente presente ma sempre a senso unico: il patrigno non esiste in nessuna favola, forse anche perché era considerato normale che un vedovo si risposasse. Al contrario, se a risposarsi fosse stata una vedova, sarebbe considerata una poco di buono… e il concetto continua ad essere ribadito! Le uniche mamme buone e brave sono quelle morte,  nelle fiabe!!!

Poi è arrivato un altro maschio, Walt Disney, che ha edulcorato ogni finale delle fiabe che gli son passate per le mani, raggiungendo l’apice del sessismo: nei cartoni di Walt Disney ti salvi davvero solo se arriva un uomo ad aiutarti. Il disastro è totale se si aggiunge che sono le bambine le fruitrici maggiori dei capolavori disneyani e che introiettano il messaggio neanche troppo sottile che le avversità della vita verranno superate solo grazie all’aiuto di un uomo. E che, quindi, accetteranno come normali nei libri di grammatica le frasi: la mamma cucina, il papà lavora, il nonno legge e la nonna prepara la torta! C’è salvezza, ragazze, non preoccupatevi! Per fortuna ci insegnano che i bambini imparano molto più dagli esempi che dalle parole: quindi predicate male donne, ma razzolate bene!!

Cindy

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