May 30, 2019

Categoria: Poteri

Tempo di lettura: 1 min.

Donne, per l’articolo di oggi rimetto in campo sorella maggiore e la mescolo con mezzo chilo di vita vissuta e una spruzzata di pensieri filosofici. Condividevamo il pasto quotidiano parlando d’autunno sugli alberi le foglie (dato che sarebbe Maggio, ma lui stesso non ne ha consapevolezza), quand’ecco che commento una malefatta di una nostra conoscente con “ma che vuoi fare, essendo che è gnocca può permettersi quello che le pare, no?!”, che, ovviamente, era ironico e si capiva benissimo dal no?!. Sorella maggiore non coglie. Anzi, inizia a dare di matto e inveisce, nell’ordine, contro le ragazze carine, le ragazze belle, le ragazze bellissime, le ragazze fighe, le ragazze che non sono molto belle ma che si truccano bene, le ragazze che non sono molto belle ma che si sono rifatte e quindi sono belle, contro Maggio, Ottobre, Dicembre, Marzo e Aprile, contro le mamme, le sposate, le conviventi, le nubili, quando sta per accanirsi contro le suore, mia mamma prova a sedarla con un pezzo di torta e lo sproloquio finisce con “nel 2019, mia cara, solo con la bellezza non vai più da nessuna parte”. Boom. Sentivo che c’era ciccia vera e possente nelle sue parole, ma non capivo come afferrarla… allora ho fatto un briefing via whatsapp con la collega blogger Mary, e naturalmente, ho visto la luce.

La saggia Mary ha colto la pregnanza delle parole di sorella e ha sintetizzato il ciccia-concetto in due parole: Chiara Ferragni. Ari-boom. Non so voi, mie care, ma io sono stata anestetizzata per anni dalla semplificazione al limite del sub-normale del “belle” VS “intelligenti”, quelle che si fanno i selfie con le chiappe all’aria col vestito della domenica e restaurano con cura passivo aggressiva ogni centimetro della facciata VS quelle che puntano sull’intelligenza e piuttosto che aprirsi un torbido profilo social si iniettano l’Anitra WC intramuscolo. Chiara Ferragni la collochiamo nella prima categoria? Si? La stessa Ferragni che fotografa ogni istante della sua vita di quella del marito della sorella del figlio che vende vestiti promuove fashionitudine imbottiglia acqua di sorgente crea trucchi e riesce a scatenare un’attenzione mediatica pari a quella della Regina d’Inghilterra? Meh… parliamone.

O meglio, porgiamo tanto di cappello a chi ti fa credere di campare di effimero e che, bidibibodibibù, viene invitato alla Harvard University per parlare dell’imprenditoria digitale.

Uei, a me non sta simpaticissima. Eppure credo che sia un genio. Non sono mica tutti coi capelli arruffati e la lingua di fuori, eh? Lode a te, o Chiara, che hai polverizzato le icone del ‘900 e lo hai fatto con due occhietti glitterati. Che abbia promosso qualcosa di intelligente o meno, la sua ascesa si basa su strategie di comunicazione e marketing ben precise, non su guizzi di mascara. Ci siamo? La ami, la odi, lei ha fatto cose. E poi arriva il caffè del mercoledì con Cindy a ricordarmi che viviamo nell’epoca dell’inclusione. Tutti devono arrivare a tutto e l’asticella si abbassa al limite della zolla erbosa per consentire al mondo intero di saltare dall’altro lato. Ma siamo sicuri che appiattirci tutti porti davvero a qualcosa? Ohi ohi ohi, sto parlando di apertura mentale e cultura, non di emozioni umane. Non ne faccio una questione di razzismo, sessismo, buonismo, ma di conoscenza, spinta a fare e volere, boh, evoluzione. Saremo sommersi di film di supereroi e eroi epici per qualcosa, eh? Vogliamo saltare eroicamente un’asticella alta come un watusso ed essere fieri di noi stessi. Vogliamo ferragnare, ammettiamolo. E vorrei che le mie figlie, invece che desiderare la nuova glamour palette di trucchi della Ferragni, mi chiedessero: “oggi andiamo in biblioteca?!”. Chiara, senza offesa.

Giulia

Cosa ne pensano le altre Grrr Girls?

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