February 3, 2020

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 2 min.

Adoro. Ma proprio tanto. Lui, Woody, che ricorda un wurstel ma parla di cose profondissime, che ti fa sentire il puzzo della tragedia senza usare toni drammatici, che comprende e riprende i meccanismi basilari della vita coniugale dell’upper class londinese (anche se sei bella, educata e ricca, quando arriva Scarlett Johannson meglio che ti arrendi), e che narra il peggior tradimento possibile per realizzazione e intenzioni, e che, infatti, SPOILER ALERT, finisce nel peggior modo possibile.

Ma procediamo con ordine. Trama. Un bel giorno, l’ex tennista professionista Chris Wilton arriva nella bella Londra intenzionato a riciclarsi come maestro di tennis in un club per ricconi. Qui conosce il riccone Tom Hewett, che, complice un folle amore per la lirica (e se non si capiva qui che lui aveva dei problemi…), lo introduce nello sfarzoso mondo della sua famiglia di ricconi, uno spettacolo alla volta. Qui conosce la sorella Chloe, tenera piccola ragazza per bene che se ne innamora perdutamente e se lo accaparra.

Mi pare il caso di interrompere la trama per darvi ulteriori info sul protagonista, Chris Wilton: prende il volto di quel bell’e bravo ometto di Jonathan Rhys Meyers, a cui regala un’inettitudine che manco una saponetta alla lavanda. Si presenta da subito come il “bravo ragazzo” che ogni famiglia altolocata amerebbe all’istante: sorridente, timido, educato, vuole trovare il suo posto nel mondo e ama arte e musica, fa sport, non fuma, non sporca, non fa rumore, e, soprattutto, sembra essere trascinato a destra e a manca da questa famiglia di ricconi con un brio esistenziale che ti fa prendere a calci il tavolino del salotto dove hai appoggiato la custodia del DVD di Match Point.

Ma torniamo alla trama. Quel tonno di Chris entra in sordina nel mondo dei ricconi e si fidanza con Chloe, che lo ama sinceramente, ma incontra la procace bomba sexy aspirante attrice americana fidanzata di Tom, Nola Rice, e perde la brocca. Ehi, la perde silenziosamente, come la perderebbe un poeta ermetico, guardandola di nascosto e probabilmente sognandosela la notte, per cui nessuno si accorge di nulla. Fino a che non ha l’occasione di fare all’amore con lei nei campi di grano e capisce che la ama alla follia. Ehi, la sua follia, quella che lo spinge silenziosamente a cercarla quando Tom la molla e a sposare comunque Chloe con il vivace piglio che lo contraddistingue. Nola sembra sparita. La vita di Chris continua… fino a che la fortuna, filo conduttore di tutto il film, fa rincontrare i due amanti e questi, appunto, ricominciano ad amarsi come se non ci fosse un domani. Dal canto suo, la povera cornuta vive serena, con un docile tiepido marito ammestrato, bravo sul lavoro e in famiglia, che diventa un erotomane solo quando sta con Nola nella privacy dell’appartamento di quest’ultima.

Mi verrebbe di estrapolarne una regola. L’uomo che non si lamenta mai e segue al limite del pedissequo quello che la famiglia gli dice E’ PURA FINZIONE. Di Woody o di qualcun’altro, ma rimane pura finzione. Quello che “ma sì, sposiamoci”, “ma sì, vado a lavorare da tuo padre”, “ma sì, trasferiamoci qui”, finisce, appunto, per incrociare la Scarlett e vomitare su di lei tutte le pulsioni psico-fisiche che la maschera da bravo ragazzo gli schiaccia nella gola. A me giuro che prudevano le mani. Da donna, da moglie, da essere umano con il brio diverso da quello di un tonno, essendo che, ovviamente, Woody complica la doppia vita del suo eroe per mostrarci il declino morale di un essere umano vigliacco e condurci per mano verso un sontuoso tragico finale. SPOILER ALERT. E’ la moglie a volere un bambino (“ma sì, facciamolo”), ma è Nola a restare incinta e a pretendere che tutto l’amore che Chris millanta per lei trovi felice epilogo nella loro nuova famiglia. Ma il tiepido Chris, quello che sembra non provare nemmeno la gamma base dei sentimenti umani, si fa due conti e capisce che non gli conviene tornare alla vita da povero con la donna che ama, ma restare con la moglie che non ama, in un appartamento galattico con un lavoro ben stipendiato con un autista privato. Eh beh. Due schiaffoni.

L’amante insiste. La moglie insiste. La vita che scorre insiste. E l’antimateria emotiva del protagonista si trasforma in uno tsunami fisico: prende il fucile da caccia del suocero e fa una strage, ovviamente silenziosamente, ammazzando Nola, il figlio che aveva in grembo e una vicina di casa, cercando di spacciare il delitto passionale per un furto finito male. Non insisto sul finale e sulla fortuna tanto cara al regista, che assolve il protagonista, ma sul tradimento, tanto caro a noi Grrrblogger. Tradimento fisico che infligge a Chloe, per puro amore del corpo di Nola. Tradimento mentale che infligge a Nola, per puro amore dello status quo raggiunto. Se mai qualcuno dovesse provare a mettersi nei panni del traditore, la prima cosa che dovrebbe fare sarebbe tastare il cavallo dei pantaloni per verificare che l’apparato testicolare sia al posto giusto, e prendere finalmente atto che l’unico motivo che spinge qualcuno a tradire sia proprio la mancanza di tale apparato. Magistrale la “soffiata onirica” al detective che indaga sul caso.

Giulia

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