November 14, 2019

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Cala Novembre e le inquietanti nebbie gravi coprono gli orti, lungo i giardini consacrati al pianto si festeggiano i morti, si festeggiano i morti… Cade la pioggia ed il tuo viso bagna di gocce di rugiada te pure, un giorno, cambierà la sorte in fango della strada, in fango della strada (F. Guccini, La canzone dei dodoci mesi).

E citando il mio cantautore preferito già si capisce perchè novembre è così reietto: fattori atmosferici (nebbie, pioggia e fango) e fattori emotivi (la pioggia che diventa pianto). Le nebbie poi non sono lievi e leggiadre, ma inquietanti e gravi e coprono gli orti a sottolineare che anche la terra se na va in letargo interrompendo la produzione. E se ancora non avete compiuto gesti superstiziosi, vi consiglio di farlo sull’ossimoro “si festeggiano i morti” nei giardini consacrati al pianto. Che allegria!! Con un simile fardello, povero Novembre, come puoi mai risultare simpatico? Del resto un mese che è l’undicesimo dell’anno, ma si chiama NOVEmbre nasce già con qualche svantaggio toponomastico (ad una gara pensi di essere nono, ma in realtà sei undicesimo…). E’ pur vero che settembre è nono e ottobre decimo e dicembre dodicesimo, ma qua stiamo a diagnosticare il senso di Novembre e quindi appioppiamo i problemi degli altri mesi a qualcun’altra.

Novembre è un capro espiatorio: serve a giustificare l’esplosione di allegria e festività di dicembre, attraverso una sorta di do ut des (io ti do la tristezza, la malinconia, il ricordo struggente, la pioggia e la neve, ma poi dicembre ti dà allegria, regali, compagnia, chiassosità, luci e canzoni). Novembre è il più invernale dei mesi autunnali: non sai come vestirti perchè speri in un sole ottombrino o nell’estate di san Martino, non accendi ancora i riscaldamenti (perchè hai un marito come il mio o perchè non vuoi arrenederti ai primi freddi). Novembre sono le giornate sempre più buie, che si oscureranno sempre di più in dicembre, ma allora ci saranno le luminarie in strada e sulle case e non ci faremo caso. Novembre è il PAN dei morti, mentre a dicembre mangiamo il PANettone o il PANdoro che solo a pronunciarli fanno allegria. Novembre è il vin brulè che ti scalda, dicembre un prosecco o uno champagne dei festeggiamenti. Novembre è quell’amica bruttina che solo a camminarle vicino ci fai un figurone. Ma se novembre fosse più lontano di dicembre, riusciremmo ad amarlo per quello che è? Non è che forse è dicembre ad essere veramente ingombrante, chiassoso, luccicante, invadente che solo la presenza di un novembre può contenere? Come a scuola, che vicino al ragazzino troppo esuberante o con qualche difficoltà gli si mette uno maturo, posato e serio nel tentativo di mantenere un buon clima in classe? Ma allora il problema non sei tu, mio caro novembre, rimani come sei, consentici di godere della tua pioggia che ci bagna come gocce di rugiada, delle nebbie che coprendo gli orti li proteggono, della malinconia che a volte rompe nel pianto, ma che è sentimento vero e profondo, non come la finta gioia che ci impone Dicembre.

Cindy

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