September 5, 2019

Categoria: Consigli utili

Tempo di lettura: 2 min.

Ebbene, come sono stata travolta dall’ansia da prestazione ai tempi dell’apertura del blog, per l’esigenza di comunicare da subito simpatia grazia eleganza buon senso intuito e soprattutto sapiente uso di punteggiatura, oggi sono scombussolata dal bisogno di rimettere in ordine i pezzi della vita post-vacanze estive. Non vorrei attaccarvi il malessere, ma, voglio dire, Settembre is the new Gennaio, non so se percepite la portata orrorifica dell’inizio di questo mese. La percepite, che l’ho detta in inglese? Is de niu Gennaio, santo cielo, per cui non potete chiudere un occhio su quei capelli spatagarrati (termine tricologico) dalla salsedine, sull’abbronzatura color malto regalata dagli happy hour e sul giuramento solenne di rinunciare a ogni pensiero di senso compiuto che non fosse “uso la crema dopo sole dopo aver preso il sole”.

Urge stilare la lista dei buoni propositi per il mese del ri-incomincio, quello che ti spinge a favellare in tal guisa:

“Pronto?”

“Ciao Giulia, sei libera domani sera che c’è la lezione di prova di Spinning dall’Inferno?”

“Ma certo! Ovvio! Del resto, devo pur togliermi di dosso le trippette da abuso di Nutella… ma lo Spinning dall’Inferno sarà valido? Intendo… non sarebbe meglio forse Horror Aerobica? Fanno la prova tra due giorni e sul volantino c’è scritto portare assicurazione sulla vita”

“Proviamole tutte e due!!”

Così, private della ragione e di un minimo di analisi sulle cose che si stanno per andare a fare, si stila freneticamente una lista dei buoni propositi e poco importa se, tali buoni propositi, verranno frantumati il giorno 6 del mese.

C’è gente che non arriva al 2, su di morale. Ma il mio articolo vuole essere un elogio al ri-incomincio “particolare”, “personalizzato”, ponderato: se aspiriamo ad arrivare almeno al 21 del mese, forse potremmo dare un’occhiata a quelle cose rognose che noi umani conosciamo con il nome di “dettagli”, giusto?

Parabola time.

Molti anni fa, nel mezzo del mio cammino verso la redenzione settembrina, sono andata dal dottore per un check up completo. Era talmente completo che sono finita addirittura dalla ginecologa (ho fatto piovere per 12 giorni), e finì con la prescrizione di pasticche. Ora, non so voi, ma quando usano il termine “pasticca”, mi si crea un’immagine mentale di bocche aperte e cose ingoiate con un bel bicchierone di acqua. Purtroppo, ai tempi non avevo ancora vissuto l’esperienza durante la quale una mia amica fece benzina nel mio maggiolone diesel perchè io avevo detto “oh, sono in riserva da una settimana, mi sa che dobbiamo fermarci a far benzina”, spinta da un modo di dire piuttosto comune. Quest’esperienza mi fece capire che i modi di dire sono solo modi-di-dire usati per proferire un concetto in modo sintetico, cosa che credo abbia fatto anche la ginecologa. Perché quella “pasticca”, che ho tentato di inghiottire IN OGNI MODO (“Mah… giuro che mi sembra persino farinosa… dovrei spezzarla? Ha un aspetto anche bizzarro, non trovi?”, dicevo alla mia coinquilina Elison) mi ha insegnato la cosa che vorrei insegnare a voi oggi: ATTENZIONE AI DETTAGLI. Se io avessi fatto attenzione ai dettagli, invece di perdermi nel fascio della “salute”, avrei notato (come notò Elison con faccia sconvolta) che sul barattolo di quelle strane pasticche bianche c’era scritto “compresse vaginali”. Salvatevi da voi stesse. LEGGETE BENE OGNI TIPO DI SCRITTA.

Giulia

Cosa ne pensano le altre Grrr Girls?

Leggi l’articolo di Marysun SETTEMBRE ARRIVA A TRADIMENTO

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