August 22, 2019

Categoria: Consigli utili

Tempo di lettura: 2 min.

Allora. Sono solita parlare di Marito in malo modo, ma sento l’aria del cambiamento scompigliarmi i capelli. Ah no, scusate, è contraria. Marito ha lasciato la porta d’ingresso e quella della lavanderia aperte. Ma, dicevo, oggi voglio dare a lui il merito di averci portato a scrivere di un tema di importanza al limite del fondamentale, del contemporaneo, dello scientifico barra clinico, ovvero… la cellularite acuta (da non confondere con la pelle a buccia d’arancia).

Anche conosciuta con i nomi di “Metti via il telefono o te lo butto nel cesso” e “Ah, lo dice Google??”, possiamo ritenerla una sorta di malattia che negli ultimi periodi sta intaccando le cervella di molti giovani connazionali

e non solo, e che, soprattutto, non riguarda esclusivamente la pessima abitudine di fotografare la qualunque e postare con il piglio di una catena di montaggio, ma anche la sgradevole abitudine di cercare su internet OGNI informazione possibile. Voglio dire, se te lo dico io, è una minchiata, se lo dice Google, allora è dogma.

Agosto 2019. Marito e io, in macchina spediti come dei fusi verso Valverde di Cesenatico. Mi viene in mente di pranzare.

Io: “Beh, avrei anche fame e facciamo mangiare le bambine altrimenti ci scartavetrano i… fhhshsffshssh (rumore del vento in autostrada)… occhei?”

Marito: “Va bene, dai, clicca su Google Maps”

Lo guardo come se avesse in testa una parrucca di Lady Gaga.

Io: “Cos’hai detto?”

Marito: “Mamma mia…”

E prende il telefono per inserire accanto all’allegra lente di ricerca la parola “Autogrill”.

D’improvviso sulla mappa del telefono compaiono 1684 bolli con il simbolo del ristorante. Perdo una diottria e mezza per capire che molti di quei cazzo di bolli sono fuori dall’autostrada.

Io: “No ma dico, cosa me ne faccio dei bolli fuori dall’autostrada?!”

Marito: “Lui ti segnala tutti quelli disponibili, è intelligentissimo”

Ah. Praticamente è come se io fossi in giro a piedi accaldata e affamata e chiedessi a un gentile passante: “scusi, qui vicino c’è un ristorante? Ho i piedi a zampogna e tanta voglia di Pirlo con l’Aperol” e lui mi facesse la lista dei ristoranti da quel punto per un raggio d’azione di 50 km. Ovviamente partendo da quelli a 50 km di distanza. Lo definireste intelligente? Di sicuro gli dareste una mano di botte, al gentile passante.

Dopo aver questionato per almeno 10 minuti, arrivando a minacciare il divorzio per “differenze inconciliabili”, abbiamo visto un cartello che segnalava l’Autogrill a 5 km e siamo riusciti a cibarci prima di metterci le mani addosso.

Ha Marito imparato la lezione? Ma manco per il… fhhshsffshssh (rumore del vento in autostrada). La stessa cosa si è ripetuta quando cercavamo un bancomat per Gatteo Mare e dintorni e non c’era verso di trovarne uno aperto. Lui con gli occhi incollati al cellulare a seguire la sua stella polare, Google Maps, e io e le bimbe ferme all’angolo di un marciapiede a guardare lui zigzagare come un pirla in mezzo alla strada. Lui non lo sa, ma ha rischiato 13 volte la morte sotto un risciò. Alla fine, un brav’uomo che stava bevendo un caffè al bar dell’angolo, notando l’amabile scena (e i discreti dialoghi), ci ha detto dove si trovava la banca che stavamo cercando da mezz’ora e abbiamo prelevato. Così. Senza l’aiuto di internet. Robe da non credere.

A Mirabilandia ha sfiorato l’eccellenza. Aveva la mappa del parco online, perché quella cartacea gli schifava. “Guarda!! GUARDA! Se tocco il nome dello spettacolo mi compare il luogo in cui lo fanno sulla mappa”. Si agitava più delle bimbe sul trenino. Poi siamo rimasti bloccati nell’angolo Far West 15 minuti senza sapere come uscire…

E io mi chiedo cosa sarebbe successo ai Re Magi se, invece della stella, avessero avuto Google Maps.

Giulia

Cosa ne pensano le altre Grrr Girls?

Leggi l’articolo di Marysun I SOCIAL MEDIA NON SONO TUTTO

Condividi l'articolo con i tuoi amici

Exclusive Content

Be Part Of Our Exclusive Community