July 13, 2020

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 2 min.

Ognuno ha i suoi miti, che ci volete fare. Chi la Ferragni, chi Chewbecca, e chi Giulio Cesare. Io, a parte quest’ultimo, amo Woody appassionatamente, ragion per cui, quando toccava a Marysun fare la recensione letteraria e il libro in questione era proprio l’autobiografia di Woody, ho fatto il matto a quattro per scrivere un pezzo insieme a lei.

Bugia. Sono andata a piangere da Silvia che ha dovuto spiegare con pazienza alla povera Marysun che sono ingombrante, rognosa e pure fan di Woody. Credo che bbiate capito da sole com’è andata a finire.

Giuro comunque di essere breve e concisa e concitata, e vi rimando all’articolo della dolce e paziente Marysun per avere qualche info obiettiva di quello che troverete all’interno del suo A proposito di niente. WOODY E’ UN GENIO. Non so se lo amiate quanto lo amo io, non so se abbiate visto quasi tutti i suoi film come ho fatto io (sul “quasi” ci sto lavorando), non so nemmeno se vi scompisciate leggendo o guardando le sue battute come faccio io, ma sappiate che Woody sa il fatto suo come autore, sceneggiatore, regista e comico. E non so se sia sincero quando dice di non essere un tipo particolarmente brillante e che, dopo tutto, uno che stacca alle 5 di pomeriggio dal set per andare a casa con la famiglia e rincitrullirsi sul divano guardando il basket non potrebbe avere una vita troppo intensa da raccontare, ma il racconto della sua vita non troppo intensa, bevuto tutto d’un fiato, ti regala le stesse emozioni di una fetta di cheese cake fredda di frigorifero in un afoso pomeriggio di luglio. Il suo humour geniale fa la parte della base biscottata. Giuro che c’erano dei punti in cui io piangevo dal ridere, e alcuni in cui piangevo e basta, a causa della mole di personaggi famosi con cui Woody ha avuto il piacere di stare, mangiare, recitare, chiamare, guardare la televisione. Non che mi lamenti delle mie compagnie eh… sia mai… forse questo weekend vado a Gardaland con Marysun e sento la gioia galleggiarmi nel cuore.

Dai, leggete anche voi la sua biografia, dove racconta (con il medesimo piglio irriverente) anche lo scandalo di aver lasciato la famosa Mia Farrow per quella che tutti (erroneamente) credevano la sua figlia adottiva. Io so solo che mi commuovo da morire di fronte a quelle storie in cui Lui perde la testa per una Lei che tutti reputano anonima e “brutta”. Come, aveva la Farrow e si accoppia con Soon-Yi? Che mi suona molto simile a “Come, aveva Lady D. e sceglie un cavallo”? E che poi, guarda caso, i Lui in questione sono felici accanto a donne “brutte e anonime” e costruiscono matrimoni che ancora durano oggi. Tié. Ma sto divagando. Come si fa a non leggere l’autobiografia di un regista di fama planetaria che candidamente scrive che “so che bisogna togliere il tappo dell’obiettivo prima di riprendere qualcosa, ma le mie competenze tecniche finiscono qui. Quando faccio il regista, so cosa voglio, ma soprattutto so cosa non voglio”?

Leggete e guardate i suoi film, alcuni sono memorabili. Mi lancio anche io, come Marysun, a citarne qualche titolo. Film celeberrimi come Io e Annie e Manhattan vanno visti soprattutto da chi vuole farsi una cultura cinefila, ma io consiglierei vivamente film come La maledizione dello scorpione di giada, gli esilaranti Scoop e Basta che funzioni (i miei preferiti in assoluto), il famosissimo Match Point, l’incredibile Blue Jasmine, e con questi dovete mettervi il pannolone per trattenere una naturale pulsione fisiologica scatenata da troppe risate: Il dittatore dello stato libero di Bananas, Pallottole su Broadway e Misterioso omicidio a Manhattan. Se riuscite, comunque, guardateveli tutti. E leggete la sua biografia. L’ho detto, si?

Giulia

Cosa ne pensano le altre Grrr Girls?

Leggi l’articolo di Marysun A PROPOSITO DI NIENTE di Woody Allen

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