June 1, 2020

Categoria: Recensioni

Tempo di lettura: 2 min.

Eccoci arrivate a uno dei film con una delle tematiche di uno dei registi the best of del mondo intero: Vertigo, la donna che visse due volte, del genio della suspance e maestro del brivido e celeberrima silhouette Alfred Hitchcock. Osannato, analizzato, premiato, imitato, restaurato (ammetto che alcuni participi li sto mettendo a caso, ma, voglio dire, parliamo di Hitchcock! Icch-cok!!!) da anni e anni in qualunque corso di cinema, ateneo, corso di videomaking e scrittura creativa della Via Lattea. Noi, nel giugno del 2020, cosa dobbiamo mai aggiungere?? Teoricamente niente. Ferme. Ho scritto “teoricamente”. In pratica noi usiamo questo maraviglioso film per parlare della tematica di questa settimana: LE BUGIE PERFETTE. Ci vuole arte anche per raccontare quelle, sapete? Non solo per dire le barzellette, al giorno d’oggi bisogna saper raccontare bene tutto, se si vuole essere “credibili” (letteralmente). E allora forza, apriamoci al mondo di Vertigo e non fatemi scrivere SPOILER ALERT, che parliamo di una pellicola del 1958, eh? Mica della quarta fase della Marvel, su, un po’ di quel che ci vuole, da brave.

ANALISI PREVENTIVA. Partiamo col dire che nel titolo si trovano TUTTE le informazioni relative all’opera. Si vociferava, ai bei tempi universitari, che addirittura nell’incipit (o inizio del film, per i babbani) si celasse la risposta alla questione sviluppata nel corso del film. Sappiatelo, se avete fretta. State molto attente nei primi 5 minuti di un film e poi tornate a farvi i fatti vostri. Dicevamo. Lasciamo perdere il tema del doppio e concentriamoci sulla “truffa”, sulla bugia, su quel qualcosa che non quadra. Se una vive due volte, ci deve pur essere sotto qualcosa di truffaldino, no? O qualcosa di miracoloso, come invece suggerisce il titolo del romanzo da cui Icch-cok trae il suo film, D’entre les morts, letteralmente, “dai morti”. Comunque, niente di allegro.

TRAMA. Il protagonista John Scottie Ferguson ci viene presentato durante una scena d’inseguimento sui tetti di alcuni palazzi. Non passa neanche un minuto che John resta sospeso nel vuoto, con le mani attaccate a un cornicione, e scopre di avere (pessimo momento per scoprirlo) fobia del vuoto (acrofobia). Provoca involontariamente la morte del collega poliziotto che voleva dargli una mano, e che finisce a terra dopo un volo di parecchi metri. Scottie riesce a salvarsi da solo.

NOTA. Marito, che stava guardando il film con me, mi chiede: “ma c’è qualcuno che, appeso a un cornicione e penzolante nel vuoto, non ha paura??”. Ho risposto con un secco: “tu i grandi registi non li capisci proprio”. FINE NOTA.

Ma noi ora sappiamo che abbiamo un cavaliere con una macchia e una grande paura, anche se noi spettatori gli vogliamo bene lo stesso. Poco dopo un suo amico gli chiede se riesce a seguire la moglie Madeleine e a verificare uno stranissimo fatto di “possessione”: la moglie, pronipote di tale Carlotta Valdes, crede di essere lei stessa Carlotta Valdes, e dai primi pedinamenti Scottie si trova suo malgrado costretto ad avallare questa tesi, nonostante la sua incredibile stranezza. E lo spettatore potrebbe dire: ma lasciatela in pace, posseduta e tranquilla, no? NO. A seguito di un incidente, Il marito rivela a Scottie che Carlotta si tolse la vita a 26 anni, e, guarda caso, Madeleine ha 26 anni. E infatti si toglie la vita, gettandosi da un campanile, e Scottie non riesce a salvarla proprio a causa della sua acrofobia. Il povero protagonista ci rimane molto male, non solo per il senso di colpa, ma soprattutto a causa dell’amore che provava per Madeleine, arrivato a sorpresa durante pedinamenti e incontri vari. Scottie cerca l’eco della sua amata tornando nei luoghi in cui l’aveva seguita… fino a che… BOOM. Vede una ragazza tale e quale a lei, ma con un diverso colore di capelli. La segue, la vuole, la invita a cena: lei, Judy Barton, accetta. E, quando Scottie esce dalla stanza d’albergo in cui l’aveva trovata, LEI CI SVELA LA VERITA’: lei e Madeleine sono la stessa persona. O meglio, la Madeleine che noi e Scottie conosciamo, quella pagata dal marito per impersonare la moglie, far credere a tutti che fosse incapace di intendere a causa di questa “possessione”, e poi ucciderla indisturbato. Vediamo infatti la scena che non abbiamo potuto vedere a causa di Scottie: siamo rimasti indietro a fargli compagnia, mentre Judy sale sul campanile, trova il marito che getta la vera moglie nel vuoto, si nasconde con lui e aspetta che si calmino le acque per andarsene via. Ci svela il mistero a mezz’ora buona dalla fine, in modo che noi possiamo concentrarci su quello che fa Scottie, ovvero ri-trasformare Judy nell’amata Madeleine, fino al tragico epilogo. Judy, vestita e pettinata come Madeleine e decisa a portare avanti la farsa per amore di Scottie, non si accorge di un errore fatale, quello che fa capire a Scottie l’inganno. Judy conserva il gioiello appartenuto alla bisnonna Carlotta Valdes…

Quello che mi ha molto colpito ai bei tempi universitari fu l’analisi dell’uso dell’inconscio di Hitchcock, fatta da quel gran bonazzo bravo docente di cinema (che sicuramente ci legge) che avevo alla specialistica. Il povero Scottie viene tormentato, subito dopo la morte di Madeleine, da incubi a fondo spirale, in cui rivediamo lei e lui cadere nel vuoto oltre il campanile e una tomba, quella di Madeleine, vuota… segno che l’inconscio sta cercando di aiutare il conscio a mettere a fuoco qualcosa non va per il verso giusto. Come quando avete un problema e il vostro corpo cerca di farvelo capire, avete presente? Non dormite bene, avete doloretti intermittenti, emicranie diffuse… il corpo reagisce all’oppressione della mente. Il che mi fa avvallare l’ipotesi di una psicologa amica di famiglia, che un giorno mi disse che le persone sanno perfettamente cosa accade intorno a loro (parlavamo di corna, pensate un po’) e non esiste il ruolo del “testimone” degli eventi che si sente in dovere di avvisare quello che, agli eventi, mancava. Le persone sanno anche quando sono lontane da un determinato evento. Il che significa due cose: o FANNO FINTA DI NULLA per il quieto vivere o per mantenere lo status quo, oppure lo sanno a livello inconscio e sono in attesa di attendere la rivelazione conscia.

Ma noi in questa sede vogliamo sapere una cosa: come si cuce la bugia perfetta? Facilissimo:

1. prendete uno che soffre di acrofobia.
2. organizzate un finto suicidio sul cucuzzolo di qualcosa.
3. dite quello che vi pare, tanto quello si abbarbica alle scale e lo staccano solo i pompieri.
4. SBARAZZATEVI DI TUTTO QUELLO CHE VI LEGA ALL’INGANNO. Con ‘ste benedette collane, cribbio, ma come si fa a far questi scivoloni?

No dico, una fatica del diavolo. Non ammazzate nessuno. Tanto si sa che tutti i nodi vengono al pettine.

Giulia

Cosa ne pensano le altre Grrr Girls?

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