June 6, 2019

Categoria: Consigli utili

Tempo di lettura: 2 min.

Allora, partiamo dal fatto che io davvero vorrei parlare di argomenti tangenziali all’intera razza umana e donarvi perle di saggezza in grado di risolvere spinose questioni morali che sono le questioni morali che attanagliavano le nostre madri e prima le nonne e su per la via fino alle bisbisbistrisavole, ma poi capita che dico “ciao!” a una ragazza ricciuta e questa mi risponde “buonasera”. Boom. Le domande universali finiscono nel cesso vengono docilmente accantonate e sparo un vocale infuocato alla Mary, il cui sunto, suppergiù e senza parolacce, è questo: allora Mary, io non so cos’hanno in mente le giovani di oggi che protestano per l’ambiente e poi non sanno distinguere un’allegra pocopiùchetrentenne da una pensionata e che ti danno del “lei” senza capire che possono fare gravi danni, gravi danni, che anche a me è venuto il riscaldamento globale, roba che potevo morire di autocombustione.

Ed ecco che la buona collega Mary accetta di eleggere “il fastidio” a tema settimanale per i nostri articoli. Ho vinto facile perché le hanno cancellato da sotto il naso il concerto di Elthon John e scommetto che aveva in saccoccia gli occhiali a forma di stella (la Mary, agli eventi, o ci va preparata o non ci va). Pensate che sia bastato un, diciamo, misunderstanding, per perdere la trebisonda? Ovviamente no. Ho pensato che forse la ricciuta, colpita dall’improvvisa calura estiva, sragionasse (tipo insolazione, capito?) o che avesse qualche mazzo di diottrie in meno, ragion per cui, non volendo portare gli occhiali, se ne andasse in giro salutando con un democratico “buonasera” chiunque si muovesse davanti a lei. Ma il giorno seguente, durante il mio turno di lavoro pomeridiano, mi faccio prendere dalla voglia di sprizzare gioia da tutti i pori e auguro un brioso “buon weekend!” al giovine cliente dinnanzi alla mia scrivania. Questo stronzo maleducato mi risponde con un tentennante “anche a lei”. COSA?!? Sentite giovani, ve lo dico una volta per tutte, qui non ne faccio una questione di mal sopportazione della vecchiaia, perché non sono la pensionata che gira intabarrata in tubini animalier nelle balere, occhei?!

Ne faccio proprio una questione anagrafica: IO. SONO. GIOVANE. Non mi merito il “lei”, essendo che non sono il direttore della vostra banca, nè la dottoressa che sta per farvi una rettoscopia (cosa per cui sarebbe anche comprensibile un certo distacco), sono una giovane donna che NON cerca il rispetto in un’arcaica e oltremodo superata forma lessicale.

Professoresse e maestre alla lettura, insegnate ai vostri giovani alunni che si va di studio delle materie principali, con la geografia e le frazioni diamoci dentro, occhei, ma che l’educazione non si esaurisce nella triade per favore-grazie-prego, ma anche nel sapere a chi e in che contesto va dato del “lei” a qualcuno. Prof. Cindy, questo era per te. E per mia madre, che oggi (giuro, storie vere, giuro, ve le descrivo pure in ordine cronologico: con la ricciuta era giovedì 30 maggio, col giovine cliente venerdì 31 maggio e con mia mamma oggi, martedì 4 giugno. Vi risparmio l’ora. Non è vero. 18.45, 16 circa e mezzogiorno) se ne esce dicendo che si preoccupa per me che sto invecchiando e non ho proprio tutte queste energie da spendere. Preferisco non commentare. E’ pur sempre mia madre. Ma da stasera inizio a darle del “lei”.

Giulia

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