July 16, 2020

Categoria: Consigli utili

Tempo di lettura: 2 min.

Non ho mai sopportato le gonne lunghe, ma, all’improvviso, quest’anno mi piacciono. Le trovo comode, pratiche e quando manca poco alla ceretta costituiscono un’elegante e fresca alternativa ai pantaloni. “ Ma com’è che non ci ho pensato prima?” “Ma perché non mi piacevano le gonne lunghe? Ah, perché inciampavo nel fare le scale e le trovavo scomode per andare in bicicletta. Vabbè, non andrò in bici e non farò le scale quando le indosserò!”. Credo di essere una persona mediamente intelligente, leggo abbastanza, mi informo e cado nei tranelli dell’influenza, della moda, della pubblicità. L’esempio delle gonne lunghe è uno dei tanti che vi posso fare: se uno di mestiere o per vocazione è “modaiolo” è giusto che segua le tendenze. Se una è abbastanza distaccata dalla moda, si veste in base al proprio gusto personale, ma molto più spesso in base alla praticità e cambia idea circa un capo d’abbigliamento, non sulla base di un leggittimo cambio di gusto, e allora è vero, è veramente difficile mantenere le proprie posizioni e difenderle dalle influenze del mondo che ci circonda.

Spostiamoci sulle scelte, quelle vere, quelle importanti, quelle vitali: la triade matrimonio, figli e carriera è l’obiettivo che la società impone alle donne, sulla carriera c’è da discutere o comunque è la neoarrivata che si è aggiunta negli ultimi anni al binomio indissolubile matrimonio-figli. Certo, può essere fastidiosa la vecchia zia o la passante che ti chiede: “Quando ti laurei?”, “ Sei passata di ruolo?” “ E’ tanto che siete insieme, quando vi sposate, i fidanzamenti lunghi non sono mai buoni..” “Quando ti sposi?”, “Quando fai un bambino, ormai hai una certa età!” “ E il secondo? Non vorrai lasciarlo figlio unico”…io che sono in sovrappeso, ho dovuto subire per anni lo sguardo indagatore sulla mia pancia, per capire se fosse ciccia o gravidanza, con un fastidio che non vi potete immaginare. Io mi sono laureata, faccio il mestiere che mi piace, mi sono sposata, ho due figli, un maschio e una femmina (la famosa coppietta richiesta dalla passante della Giulia). Quindi sono realizzata. Ma per me o per la società? Cioè quanto la pressione sociale influenza non tanto le scelte, ma addirittura i desideri delle persone? Se vengo influenzata nelle scelte mi sembra una cosa grave, ma dovuta: vivo in una società, sono per definizione un animale sociale, ci sta che le scelte vengano influenzate dall’ambiente in cui vivo ( il grado di consapevolezza su questa cosa, poi, può aiutare a fare scelte più autonome) .

Ma se la società nella quale viviamo è in grado di influenzare anche i nostri desideri più profondi, allora cosa siamo veramente?

Durante il lockdown, una parte di me è stata davvero bene: ogni giorno potevo scegliere di fare e quindi di essere ciò che desideravo, senza dover dar conto alla società. Tolta la parte lavorativa e di accudimento materno, le mie giornate sono state vissute con un’intensità forse unica. Quando in pieno lockdown sono corsa a comprare un pigiama a mia figlia e al megastore da bambini ne avevano un solo modello con tutte le taglie, ho provato un senso di sollievo. Modello unico, non ho scelta, ma meno male! E’ un pigiama, serve per andare a dormire, che senso ha investire le mie energie nell’analisi dei disegni, dei luccichii o dei colori di un pigiama??? Crediamo di essere liberi, perché possiamo scegliere tra 36 marche di yogurt, ma in realtà è la società che ci fa credere che sia importante scegliere tra 36 marche di yogurt, il migliore, il più sano, il più cremoso, il più dolce, il più economico, il più fruttato. La pressione sociale non si esercita sulle scelte, ma sulla nostra identità: ci sentiamo liberi, perché abbiamo molte cose tra cui scegliere. Ma è questa la vera libertà? Scegliere delle cose e identificarci con questa scelta, che evidentemnete altri hanno fatto per noi?

Cindy

Cosa ne pensano le altre Grrr Girls?

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