March 5, 2020

Categoria: Consigli utili

Tempo di lettura: 2 min.

Permettetemi di disquisire sull’argomento Corona Virus anche se non sono una virologa. Ah ah. Che matte risate. Immagino siate consapevoli che il caos esistenziale dell’ultimo periodo deriva proprio dal fatto che ogni persona dotata di cavo orale (nell’ordine: la vostra estetista, il vostro cane, il portiere della squadra di calcio del paese, vostro nipote che va alle medie, la zia dell’amica del suocero della vostra ex-compagnia di latino-americano e pure il giornalaio in fondo alla via, che legge un botto) si sono adoperati a diffondere notizie dall’elevatissimo contenuto scientifico (nell’ordine: il corona virus stermina come il colera, si diffonde tramite gli spaghetti di soia, proviene da un laboratorio nell’Area 51, se lo tocchi troppo diventi cieco, se vai a comprare da Hao Mai lo prendi sicuro e colpisce soprattutto le persone bionde) provocando un risultato che oserei definire tipicamente “italiano”: stordimento generale misto a pizza e mandolino con punte di allarmismo in pieno stile Domenica Live. Fino alla settimana scorsa, i giornalisti erano minacciati di esilio in Cina se si azzardavano a dire qualcosa di sensato durante i tiggì. I 3/4 della popolazione erano moralmente obbligati a fare cose assurde tipo svuotare Amuchina nel boiler dell’acqua calda e svaligiare i supermercati come se stesse per iniziare il countdown per la quarantena in un bunker a chiusura stagna. Il restante quarto invece giurava solennemente di intasare i gruppi WhatsApp con immagini di uomini dentro una tuta di contenimento biologico con il fumetto “esco un attimo a prendere le sigarette” (dedichiamo a loro la grafica settimanale e speriamo che la Apple li rifornisca dell’ultimo numero di i-Phone per continuare la loro missione umanitaria).

A questo punto parlo pure io, vi secca? Tengo a precisare che ho visto tutte le puntate del dottor House, che sarebbero 7 stagioni che potremmo paragonare a 7 anni, considerando che medicina ne dura mediamente 6, c’ho la laurea e un pezzo della specialistica. Mi fa piacere averlo chiarito. Capisco che sia estremamente facile parlare con il senno di poi, e con “poi” mi riferisco alla verifica razionale di alcune contromisure messe in atto dal governo per fronteggiare la minaccia legata al virus, grazie alle quali abbiamo potuto finalmente appurare quanto e soprattutto per chi il CV risulta letale, come combatterlo, i motivi della richiesta di auto carcerazione domiciliare e specialmente cosa muove Barbara d’Urso a mostrare agli italiani come si lavano correttamente le mani. No, scusate. Barbara d’Urso non la spiega manco il senno di poi, comunque ringraziamola per averci mostrato qualcosa che l’istruzione di primo grado aveva messo in programma da almeno un secolo.

Dicevo, facile parlare a posteriori, ma vorrei strapparvi una risata (che mi dicono essere estremamente curativa) ricordando i punti salienti della prima settimana della politica di contenimento:

  1. DI NOME VIRUS DI COGNOME CORONA: le immagini di Fabrizio Corona con i fumetti che lo rendevano la musa del virus, che invece si chiama in quel modo a causa della sua bizzarra forma puntuta. Ora, ecco, non che sia di fondamentale importanza, ma qui mi balza alla mente il test di Rorschach per cui in una macchia nera uno ci vede dentro quello che vuole lui. E soprattutto mi balza alla mente che lo scienziato che ha dato il nome al virus non deve avere mai visto un riccio o un pesce palla. Dico io, eh.
  2.  LE DECLINAZIONI: siamo presto passati dal Corona Virus al Carogna Virus, al Cogliona Virus (di questo si tratterebbe, a onor del vero) arrivando persino a parlare di Culona Virus, laddove si manifestano donne paffute con aderenti leggins bianchi.
  3. BAR APERTI FINO ALLE ORE 18: non si poteva, no no. La gente la prima colazione con cappuccio e brioche e soprattutto un pirletto se lo deve fare, altrimenti muore. Sfidando il virus corona, tutti fuori fino alle 18, armati di coraggio e di quell’incrollabile fiducia nel sistema, che se dice “potete andare, ma fino alle 18” significa che “il virus si attiva solo dalle 18 in poi”. Non fa una piega. Da questa settimana i baristi hanno cominciato ad appendere cartelli che recitavano “in questo bar non sono ammesse mascherine, qui si muore da eroi!!!”.
  4. EVITATE DI STARE AMMASSATI: ma potete andare a fare la spesa con 896 carrelli per mano, tutti insieme, basta che vi tossite e starnutite nel gomito. Io ho sentito dire che il virus resta per alcune ore anche sul metallo (quello dei carrelli, avete presente?), ma la fame viene prima di tutto. Io non ci sono ancora andata a fare la spesa, che vivo vicino a un mulino e con la farina fai praticamente di tutto. E ciaone. “E se uno non vive vicino a un mulino?”, mi direte voi, “beh”, rispondo io, “se uno va a fare la spesa perché vuole entrare in quarantena e quindi crede nello sterminio ad opera del virus, in teoria a far la spesa con tutti gli altri non ci deve andare, o no?”. Rispostone.
  5. LA PROSPETTIVA: se ti trovi in un luogo chiuso e una persona entra con una mascherina, tiri un sospiro di sollievo se vuole semplicemente rapinarti. A volte, le emergenze riallineano in modo severo ma giusto le cose che contano davvero nella vita…

E che, in fondo, se non ci facciamo prendere troppo dal panico (che mi dicono abbassare il sistema immunitario) e cerchiamo di informarci NEL MODO GIUSTO, attraverso i canali giusti, potremmo sperare di cavarcela anche stavolta. Un caro saluto che sono quasi le 18 e devo tornare a casa. Ah ah. Ma quanto sono burlona…

Giulia

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