October 10, 2019

Categoria: Consigli utili

Tempo di lettura: 3 min.

E allora io dico fatti! FATTI! Non parole! Datemi regole, datemi consigli, mettetemi in mano un libretto d’istruzioni cosicché io possa passare alla fase pratica del piano “Save the planet con grrrtudine” e diffondere il verbo, affinché noi tutti si possa praticare. Ho deciso di soffermarmi sull’enciclica Laudato si’ di papa Francesco del 24 maggio 2015, ovvero, 4 anni a.G. (avanti Greta). Papa Francesco sapeva cose. E ha deciso di donarci un’enciclica sull’ecologia integrale per farci capire che, fondamentalmente, se non sputo nel mio piatto e non inondo il salotto di casa mia col pattume, magari sto anche meglio (sto parafrasando, eh?!). Ci aggiungerei anche un amen.

I capitoli di tale Enciclica sono 6 e ho la ferma intenzione di leggerli ad alta voce e analizzarli riga per riga

come quando al liceo la prof. diceva “aprite i Promessi Sposi e prima leggiamo, poi capiamo le vicende narrative, poi passiamo al sottotesto, poi all’analisi del sottotesto nel contesto dell’epoca in cui i fatti sono stati ambientati, poi nel contesto contemporaneo al Manzoni e poi in quello odierno” e tu alla parola “capiamo” tentavi di tagliarti le vene della caviglia con la stilografica blu. Scherzo. Vi faccio un ponderato sunto del meglio.

Il capitolo 1 si chiama QUELLO CHE STA ACCADENDO ALLA NOSTRA CASA. Altrimenti riassunto con: no alla cultura dello scarto. Figurati, dobbiamo sempre farci riconoscere. Ci beccano con le mani nella marmellata perché noi c’abbiamo l’esosità dentro, vogliamo tutto e prima di subito, possibilmente ieri, altrimenti ci salta la mosca al naso, e questo consumismo da sciamannati ci porta ad una conseguenza gravissima: diventiamo un immenso deposito di immondizia. E ‘sto cesso cosa fa? Provoca milioni di morti premature. Surriscalda il pianeta. Uccide habitat. Hai voglia a dire: “eh, ho buttato un pezzo di plastica per terra, cos’avrò fatto mai?”. Leggi l’enciclica e torna a riprendere il pezzo di plastica, assassino! Quindi, vi prego, facciamo una sana raccolta differenziata e facciamo il possibile per ri-ci-cla-re, non spre-ca-re, ri-spet-ta-re l’ambiente. Ecco, visto che so sillabare? Andiamo oltre.

Il capitolo 2, IL VANGELO DELLA CREAZIONE, parla di come i credenti o meno di tutto il mondo debbano dialogare per arrivare alla certezza del debito che dobbiamo a madre terra e all’armonia che si deve perseguire per salvaguardare il pianeta. Altrimenti riassunto con: non sarebbe proprio roba nostra. Insomma: basta immondezzare il salotto in cui vi fanno abitare! Capito? Siete spaparanzati a guardare una serie su Netflix e arrivo io con la ruspa piena di lattine vuote di coca zero e vi sommergo, vi piacerebbe??

Mi sono resa conto che non sono la prof. di italiano o religione e dei capitoli 3-4-5 faccio il sunto del sunto, sperando che papa Francesco non me ne voglia. Siamo fondamentalmente gente che crede di sapere tutto e che poi non riesce a sfruttare la potenza delle cervella per combinare qualcosa di buono (cap. 3), ma son cose che si fanno?! Dai, che figure, cosa ce ne facciamo dell’i-phone 58 con 15 fotocamere integrate se cade il mondo (ehi, fan della Raffaella Carrà, è inutile che “ti sposti un pò più in là”. Pure tu, fan dei Ricchi e Poveri). Quindi, suvvia, tuteliamo il nostro corpo e la natura (cap. 4), ma facciamolo insieme, da monte e valle, governando in modo saggio (cap. 5), capito, politici internazionali?!

Del 6o capitolo, EDUCAZIONE E SPIRITUALITÀ ECOLOGICA, citerei testualmente: “dal momento che il mercato tende a creare un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti, le persone finiscono con l’essere travolte dal vortice degli acquisti e delle spese superflue”. A me capita in continuazione. Grazie a papa Francesco per aver compreso quello che mio marito invece no!! Non è colpa mia se spendo!!! Sono vittima di un meccanismo “consumistico compulsivo” e poi crolla tutto. Nel senso… consumo sporco inquino ebola e fondamentalmente “manca la coscienza di un’origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti”. Greta, capito? Non è che devi dare di matto e pensare che io ti ho rubato il futuro. Perché, al limite, sono stati i miei nonni, ma non io!Comunque il mio atto pratico preferito rimane quello che mi spinge a pensare in modo diverso. E, ancora una volta, amen.

Giulia

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