September 26, 2019

Categoria: Consigli utili

Tempo di lettura: 2 min.

Questa volta ci tocca un tema veramente pesantuccio, che ci colpisce nell’intimo (usate Corazon Espinado come colonna sonora please): dobbiamo parlare della nostra generazione e sì, in questo momento care amiche grrr sto cercando di resistere alla tentazione di elencare tutte le cose che vorrei “raddrizzare” (no, non a colpi di padelle, nella realtà non sono né così violenta né così abile nella disciplina sportiva delle padellate in 3 tempi) nei miei coetanei, nei miei simili coetanei, nel gruppo coscritti e tutta l’insiemistica inerente compresi i gruppi WhatsApp annessi e connessi (argomento che mi rode assai, l’avrete capito, ormai)

Non vorrei, diciamo così, farla troppo grigia, né troppo rosea, quindi vediamo di shackerare per bene e fare un bel frullato. Pronti? Via! Dopotutto penso che se siamo sopravvissuti alla moda anni 80 possiamo resistere praticamente a tutto, anche se rimango fermamente convinta che tutti i contenitori di lacca sparsa per fissare le acconciature del periodo abbiano seriamente contribuito al buco nell’ozono. Ma rimaniamo sul leggero, che pure il discorso sui “gloriosi” (dipende sempre dai punti di vista e dalle foto che non farete mai vedere al vostro compagno/compagna o alla vostra eventuale progenie) anni 80′ credo abbia stancato pure le piastrelle.

Inoltre non mi sono mai sentita troppo presa dai temi del momento: le mie amichette stravedevano per Madonna e io no, le mie compagne di classe andavano in massa a vedere Titanic e io no, Leonardo Di Caprio era sulle pareti del 90% delle adolescenti anni 90′ e io, in sordina, ero proiettata sul culto di David Duchovny. Culto di cui non facevo parola con nessuno e che conoscevano solo le persone con cui condividevo degli spazi. Quindi no, non credo di essere la persona più adatta per parlare della “mia generazione” ma hey, è un lavoro duro, ma qualcuno dovrà pur farlo no?

E così noi siamo quelli dell’espatrio, del masterchef, del “mi sposo, non mi sposo, no dai resto single con benefici e però poi è complicato” e varianti varie ed eventuali, siamo cresciuti divorando cartoni animati giapponesi, televendite di Giorgio Mastrota e tutti i più beceri show della tv generalista dell’epoca. Nessuno però, all’epoca, ci ha detto che l’ascensore sociale si sarebbe rotto e che avremmo servito “allegramente” favolosi cocktail potendoli presentare in 3 lingue diverse e facendo, all’occorrenza, all’incauto cliente, anche un prospetto economico di investimento a tasso zero e una televendita di panettoni in luglio (che bisogna partire presto, perché la concorrenza non ti aspetta!!). A questo punto ho deciso, mi butto sulla musica, anche se sono stonata come un campanaccio, e me ne vado a un concerto del Boss dove tutti si divertono, cantano, non si ammazzano (solo per un posto attaccato alla transenna o nel pit of course, perché in Bruce e in guerra non ci sono regole) tra di loro al minimo scazzo e intonano insieme:

” Baby this town rips the bones from your back
It’s a death trap, it’s a suicide rap
We gotta get out while we’re young
`Cause tramps like us, baby we were born to run”
*

*(Born to run – Bruce Springsteen)

Marysun

Cosa ne pensano le altre Grrr Girls?

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